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La Ballerina

La platea è gremita da giorni ormai. È un piacere entrare in scena, far loro ascoltare quello per cui erano venuti e poi lasciare il palco tra rose e scrosci di applausi.
Ogni sera, in un altro teatro, lei danza leggiadra. Finisce sempre un’oretta dopo e così ho tempo per andare a vedere gli ultimi momenti dello spettacolo.
Conosco il guardiano dello stabile; mi fa entrare dal retro, in cambio gli offrirò da bere, ma più tardi, quando il mio cigno si sarà posato e i miei occhi non avranno più nulla da guardare.
Eccola…Sta scivolando, fluttuando, volando. Il suo corpo fatto onda interpretativa della musica è allo stesso tempo compositore del migliore degli arrangiamenti, personificazione delle note innalzate a guide per la creazione di un nuovo universo, di cui sono stelle, mari, terre e venti; in esso la ballerina è Sole, splendente fonte di vita, e dea creatrice, le sue perfette posizioni diventano leggi fisiche in un mondo di leggerezza e armonia, in cui nulla è banale, le parole non contano e il mezzo espressivo è una sensualità completamente sottoposta al volere dell’animo.
Ogni finale è un Apocalisse: la perfezione si esprime nella sua completezza in un crescendo orgasmico di suono e movimento; l’intera materia universale si uniforma e implode in un unico atomo perfetto e indivisibile, da cui tutto è sempre dipeso e che nessuno ha mai visto. Poi buio e silenzio.
La osservo uscire di scena; anche stasera non troverò il coraggio di andare a conoscerla. Non sono alla sua altezza, da musicista squattrinato quale sono. Il sogno mio più grande sarebbe vederla danzare su una mia composizione, mettere le mie note al suo servizio, aiutarla a ricreare uno di quei magici mondi.
Do due spiccioli al mio amico, non ho voglia di bere con lui oggi.
Fuori per la strada non c’è nessuno, nel silenzio del marciapiede ancora riecheggia la sua leggerezza. Ora danza senza musica, libera dall’ultimo impedimento verso l’eternità della sua arte. Ogni melodia in ciascuna tonalità combacia perfettamente con quei gesti, essi stessi sono compositori. Tradurrò il loro linguaggio e trascriverò ciò che mi dicono. Già poche note cominciano a risuonare dentro di me. Ci proverò, perché anch’io voglio far volare il cigno più bello mai esistito.

 

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