“Non contiamo gli anni,” rispose XS12.
“Cosa vuoi dire?” chiese ancora Simon.
“XS12 ricorda a Simon che XS12 non conta gli anni.”
“Non contate gli anni, e va bene, ma sarai pur stato costruito?”
“Certo come tutte le cose.”
“Quanto tempo fa?
“E ci risiamo. Simon, il tempo da noi non esiste.”
“ok XS12, chi ti ha costruito? Va meglio?”
“Va meglio.”
“Allora, chi ti ha costruito XS12?”
“Non lo so.”
“Anche noi sulla terra non lo sappiamo, ma almeno sappiano quando!”
“Ti serve sapere quando sei stato costruito?”
“Non saprei…”
“Adesso ti serve sapere quando sei stato costruito, nel senso di ora, qui, su questa navicella spaziale.”
“No, non veramente...”
“E da voi in terra, vi serve saperlo?”
“Beh, serve più ad altri...”
“A chi?”
“Non so, alla mia famiglia, ai miei amici, allo stato.”
“Vedi, a te personalmente non serve più di quel tanto.”
“Beh, questo e vero, ma da noi sulla terra è importante saperlo.”
“Capisco, Simon; ma ora dimmi, ti serve sapere chi ti ha costruito?”
“Certo che mi serve.”
“Dimmi.”
“Non lo so spiegare XS12... Il semplice fatto di cercare questa risposta, fa di me quello che sono.”
“Ora parlando con me, ti serve sapere quello che sei?”
“No, non veramente.”
“Riesci a confondere quello che sei stato con quello che sei ora?”
“No.”
“Allora lascia i complementi di tempo della grammatica a chi legge, e tu goditi questo viaggio senza tempo.”
XS12 era ai comandi della sua astronave. Simon vedeva dietro l’oblò di cristallo il dischetto della terra diventare sempre più piccolo.