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Rubina

La nostra storia comincia in una casa in mezzo alla campagna.
Qui viveva Rubina, nella casa in cui era nata, con i suoi genitori, che però vedeva raramente in quanto il lavoro nei campi consumava loro la maggiorparte del tempo.
Così passava Rubina le sue giornate, mentre il sole sorgeva e tramontava sulla sua pelle frusciando fra le alte spighe di grano.
Senza pensieri, senza ambizioni, senza quasi parlare, lei camminava da sola.
Non aveva amici, poco o nulla sapeva del mondo.. in effetti, la sua unica amica era la sua bambola di pezza.
Rubina non era una bambina; ma non conosceva la sua età esatta..
Non sapeva quand'era stata l'ultima volta che aveva parlato coi suoi genitori.
Loro erano sempre fuori a lavorare... almeno, così pensava mentre camminava intorno alla casa.
Tutto il pomeriggio, percorrendo un sentiero a spirale che la portava fino alle colline, che però non osava varcare.
Si ricordava un monito.. Non sapeva chi, forse sua mamma, gliel'avesse detto..
Le colline non erano da varcare!
La luce cremiusi del tramonto dava al tutto un senso di grande profondità.
Come immersa in sanguigni pensieri muoveva le braccia della sua bambola; i grilli cantavano e lei...
Quand'è stata l'ultima volta che ho visto mia madre?
Quand'è stata l'ultima volta che mio padre mi ha accarezzato la testa?
Eppure queste sensazioni, così chiare, mantenevano una presenza vivida nella sua mente.
A volte pensava di esistere da sempre, in questo limbo di grano
A volte pensava di non aver mai avuto un padre ed una madre
La notte non esisteva, a sua memoria; cos'era l'oscurità?
Non aveva mai avuto paura..
E così decise quel giorno che avrebbe aspettato la notte, per vedere le stelle... o forse chissà, avrebbe potuto osservare i suoi genitori tornare dal campo...
Da quel campo lontano, oltre le colline...
Si sedette su un grande sasso, ed attese che il tramonto si trasformasse in oscurità.
Attese..
Ed ancora..
Fino a quando gli ultimi raggi del sole scomparvero davanti a lei, ed una manciata di calore si fece spazio sulla sua schiena come un'abbraccio che la sua ombra proiettava lontana.
Caldo e colpevole il sole sbucò alle sue spalle.
Niente notte.
La cosa non la stupì. Non era il genere di cose che avrebbero potuto turbarla.
Non si ricordava in realtà di essere stata mai turbata...

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1 recensioni:

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  • Giovanni Del Prete il 17/01/2012 17:50
    Buona visione e fantasia, stile di scrittura piacevole ma c'è qualche errore da correggere.

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