username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

TIERRA ESMERALDA

(il racconto del mare e del sogno)

Nero è il mare, nera la massa tempestosa della notte.
La nave mille volte affonda al centro di liquide arene.
Turbini d’acqua e di schiuma strattonano le vele già lacere, mentre sul ponte, ghermito da dita di spuma, uomini come fantasmi fradici arrancano alle manovre.

-Nettuno impiccati! ?"

-Alvaro! Sei pazzo. Vuoi, forse, che la sventura ci precipiti? ?"

Passa rabbioso il sibilo del vento.
I due uomini, a muscoli tesi, tentano di ammainare la mezzana.

- È quella donna, Pablo! ?"

Il fragore di onde sommerge tutto.

- E ‘ lei, la strega! Maledetta in eterno. ?"

Uno strappo elettrico nel cielo.

- Alvaro non si parla così dei morti ?"

Un rombo possente di tuono rimbomba sullo scafo della Tierra Esmeralda.
Alvaro ride. Ride sempre più convulsamente, senza abbandonare la forte presa alle cime. Ha il viso grondante, a bocca aperta ingolla involontari sorsi d’acqua di mare.
Pare che la tempesta si risenta di tanta sfacciata ilarità.
La nave rolla e beccheggia. Il fasciame soffre sui madieri. Pablo guarda il compagno e ha paura, teme la pazzia della disperazione e la propria solitudine.

- Alvaro que pasaaaa?...-

Il tifone prende a respirare con inconsueta regolarità e nelle pause cadenzate del vento Alvaro risponde.

- Nada! Nada compadre. Penso al giovane mozzo dallo sguardo di bimbo e dai modi gentili -

Ride più forte

- Il vento l’ha preso e quello, con tutte le sue forze, s’è aggrappato ad una cima?"
Il vento si intromette.
- ... non so come, si è sfilata la caviglia liberando la vela ?"

123

0
2 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

2 commenti:


Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0