Ero seduti in una panchina di un parco pubblico quando si è avvicinato e seduto vicino a me un viandante elegante, anziano e nei suoi occhi ho letto la tristezza e la stanchezza.
Timidamente gli ho chiesto il motivo del suo stato d’animo ed egli mi ha risposto:
“Sai, nella mia vita ho sempre lottato per avere tutto, denaro, amore, agiatezza ed in questa lotta per ottenere questi risultati non ho avuto rispetto per nessuno, travolgevo tutto quello che mi capitava davanti e non mi interessava della scia negativa che lasciavo alle mie spalle.
Poi col passar degli anni sono rimasto solo ma padrone del tempo e del denaro e nella mia solitudine ho cercato di capire quello che ero.
Il denaro, la case, l’agiatezza avevano riempito la mia vita e non avevo avuto un attimo per fermarmi e riflettere di ciò che mi rimaneva, ma non mi accorgevo che più diventavo ricco più rimanevo solo.
E un giorno mi sono incamminato per le strade del mondo cercando qualcosa che riempisse la mia solitudine, ma non sono riuscito a trovare nulla.
Allora io mi sono permesso di dirgli:
“Lascia tutto e sali su quel monte, alza le mani verso il cielo e con gli occhi guarda in alto, forse allora capirai.”
L’uomo si è incamminato verso il monte e d’allora non l’ho più visto fino a quando una mattina sedendomi sulla solita panchina ho visto che vi era stata appoggiata una rosa, ma cosa strana era senza spine.
L’ho presa tra le mani ed ho pensato: Forse quell’uomo aveva ritrovato Dio e la sua felicità perduta, o forse è stato tutto un sogno frutto della mia fantasia.
Ma la rosa, cosa rappresentava?... Lascio a voi che la leggete la conclusione.