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Se fosse solo una storia

La realta' è la pozzanghera fangosa dove sguazziamo ogni attimo della nostra esistenza. Ci travestiamo in tanti modi... belli, intelligenti, brutti, romantici, tossici, alcolizzati, di successo... Abbiamo cosi' tante maschere che potremo mettere su una compagnia teatrale. Ci piace fingere, accusare, criticare, mostrare di essere meglio... Non ho mai capito meglio di cosa...
Poi ci sono i ruoli, i soliti ruoli del cazzo. Se ascolti qualcosa, se leggi qualcosa, se la pensi in un certo modo, se bevi una particolare birra... Una serie infinita di stronzate, ma la maggior parte del bestiame umano non riesce a uscire da questi infimi schemi pre-programmati. Ne ho visti tanti anche qua intorno. Non riesco a pensare ad altro che al mio male oscuro. Il mio vecchio e caro male oscuro che mi porto avanti da un po' di anni. Penso che sia una parte caratterizzante di me. Mi ci sono affezionato ormai.
Avevo fatto di tutto per cancellarlo all'inizio, ma penso che non ho agito fino in fondo. Era come quella sera. Me la ricordo ancora molto bene, quella sera.
Eravamo proprio sotto tiro. Ci siamo proprio devastati il cervello, con qualche organo del busto umano. Una serie infinita di nomi, nomignoli, soprannomi che indicavano tante cose diverse, ma che alla fine significavano una sola cosa. La cosa tanto citata qua sopra.
Il Bar era proprio affolato, pieno di gente. Tante belle ragazze, una più bella dell'altra. Le avrei portate via tutte da quanto erano belle. Cosi' belle che mi faceva paura toccarle. Ma tutto inizio' come al solito. Uno, due, tre e vai... una corsa senza fine, che poi non penso raggiungero' mai il traguardo. Gli occhi iniziavano a farsi gonfi, lucidi per tutto il fumo che dilagava nel locale. Niente di particolare, non aspettatevi una storia mozzafiato. È semplice quotidianita', la norma per certi, l'abitudine per altri, una croce per altri ancora. Si stava li su un tavolo bassissimo, tipo ristorante cinese, seduti su comode poltrone ricoperte di tela di colore verde. Un verde merda. Si un colore proprio di merda.
Parlai un'attimo con Daniel, cosi' per rompere il silenzio che era tra noi. Tutti pensano che ci possa essere sempre qualcosa da dire. Ma ormai non c'era più niente da dire, eravamo zombie. Un gruppo di sei persone al tavolo non avevano più niente di cui parlare. Il morale era basso, sotto i piedi. Stava proprio male lui. Daniel si era lasciato con la madre di suo figlio. Proprio una troia lei. Mollato per scappare con uno coi soldi.
Pensai: "Cazzo, ma perchè noi non abbiamo mai fatto un po' di soldi... perchè andiamo avanti a prenderla nel culo, giorno dopo giorno...". La realta', purtroppo troppo vera per noi. Avrei pagato per far si che fosse stata una storia. Di quelle che si leggono in giro.
Usciti dal bar, andammo in una vietta un po' inculata a fumare un po' di erba. Torce di orange, niente di che. Noi, ancora una volta, nella vietta che tanti anni prima ci aveva ospitato per le prime sigarette. Noi, anni dopo, senza speranza e senza paura, ancora li. Sarebbe bello se fosse solo una storia.

 

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1 commenti:

  • stefano manca il 06/03/2009 15:09
    una delle tante serate inutili, tra scazzo sigarette e un po d'erba prima del ritorno.
    hai ragione; è la norma, è una croce; tutta l'inutilità dell'essere umano condensata in un bar; una commedia incasinata, reale, piena di maschere che si impegnano a recitare; un'assurda normalità, che se te ne accorgi rischi di impazzire.
    mi è piaciuto, mi ha fatto ripensare a tante situazioni folli di certe notti alcoliche...

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