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By the fire (frammento)

La fiamma, che ardeva guizzante nel camino, dipingeva la stanza tutt'intorno, spargendo macchie di luce, ora gialla, ora rossa, ora più intensa, ora più fioca, su un mondo che appariva e spariva, percorso dalle ombre fuggenti delle cose. Un bagliore analogo bruciava sul fondo degli occhi di lei, che si attardava con lo sguardo catturato dal fuoco, scrutando nel contorcersi di quelle lingue di luce qualcosa come il segreto di un tempo che fu. Anche lui fissava la stessa luce, ma cogliendola riflessa dagli occhi di lei. Adorava il modo in cui pozze d'ombra le circondavano gli occhi, nell'incavo ai lati del naso, o magari sotto lo zigomo, per fuggire poi indietro, verso i capelli, anch'essi percorsi da fremiti luminosi.
Loro due, in una stanza ch'era stata, fino ad allora, il luogo dell'abbuffata; ora stanza silenziosa, sospesa in una sera scura d'inverno, privata d'altra presenza umana che non fosse la loro. Unica fonte di luce, quella fiamma che l'uomo ebbe compagna alle sue notti, prima di crearsene una sua propria e di imprigionarla in ampolle di vetro avvitate nei lampadari.
Sospiri del fuoco, che di tanto in tanto fa i capricci; sospiri lenti tra i loro respiri.
Era bella Shally, pensò Gabriele. Bella come la prima volta. Come quando quel suo nome importato da oltreoceano era divenuto corpo per la prima volta, come quando la voglia di lui era diventata realtà sulle labbra di lei, per la prima volta.
Bella ancora ora, quando l'ultima volta si avvicinava crudele, vestita di ghirlande e di bacche di vischio, camuffata da giorno di festa, confusa tra le emozioni di un anno agli sgoccioli.
Gabriele vedeva Shally apparire e sparire, sotto i tocchi luminosi del fuoco; osservava la sua consistenza sfumare nel niente confuso delle cose intorno. Da qualche parte, dentro di lei, in mezzo al fuoco che ardeva in fondo ai suoi occhi, c'era, ne era sicuro, anche una scintilla di tristezza, di rammarico, di confusione, pronta a divenire qualcosa di più quando avesse incontrato la paglia della sua consapevolezza; la consapevolezza di doverla far finita.
Gabriele sentiva di dover dire qualcosa, ma un nodo di infinita tristezza gli legava la lingua e gli ingarbugliava la parola.
Quando ebbe cercato e trovato la mano di Shally, seppe di aver detto tutto.
Entrambi rimasero ancora lì, miraggi di luce e d'ombra stagliati contro una bocca di fuoco.

 

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4 commenti:

  • nemo numan il 18/11/2009 04:45
    piaciuta
  • nemo numan il 18/11/2009 04:44
    piaciuto
  • Anonimo il 27/04/2009 22:58
    .. Davvero suggestivo come racconto. I numerosi particolari descrittivi, elaborati ed efficaci, donano un tocco di originalità a questo frammento. Un'immagine statica all'apparenza in cui, però, si percepisce il moto interiore dei personaggi che parlano in silenzio in un tutt'uno con le ombre.
    Complimenti!... emy
  • antonio castaldo il 30/03/2009 09:14
    pensieri originali... per una piacevole lettura.
    ciao.