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Lentezza

Una goccia trasparente, lentamente, cominciò a scivolare sulla verde foglia carnosa.
Come una lente, mostrava al suo passaggio i particolari delle fibre, tingendo di smagliante smeraldo il suo interno. Pigramente si abbandonò, lasciandosi cadere fino alla costa centrale. Strisciò senza fretta, un’umida scia restava ad illuminare la strada percorsa.
Adagio raggiunse la fine, restò sospesa il tempo di un respiro per poi lasciarsi andare, leggera, nel vuoto, ricomposta in perfetta sfera, riflettendo l’intorno, morbidamente in volo.
Le mani seguivano il ritmico movimento della schiena procurato dal respiro, ascoltavano il tepore del lento scorrere del sangue sotto la pelle. Presero a muoversi lungo la colonna, senza fretta raggiunsero le natiche, le accarezzarono, le strinsero a fondo, con calma e fermezza, quasi a cercare il confine del dolore. Si sciolsero a poco a poco lenti fiumi di piacere e d’ ebbrezza, gradualmente uscirono dagli argini. Le dita li raggiunsero, si intinsero, si inebriarono del loro profumo, si scaldarono al loro tepore, a rilento cercarono, trovarono ed esplorarono angoli nascosti, schiusero senza fretta ogni piega, ogni anfratto. Un lago calmo di voluttà proteggeva l’entrata. Il membro, turgido ed eretto controllando la sua forza vi si immerse, pacatamente sparti le acque, le dighe si sgretolarono. Spinse ancora più in fondo, cercando l’abisso mentre a poco a poco l’onda cresceva, sempre più alta fino a chè, esausta, con fragore si disfece ricomponendo le acque nell’immenso infinito oceano dei sensi. La goccia dolcemente si posò al suolo, si disciolse nella terra e lentamente ricominciò il suo viaggio.

 

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0 recensioni:

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15 commenti:

  • Monica d il 20/05/2013 14:21
    Grazie Augusta, ti ringrazio della lettura plurima(non da tutti sul web. L'averti coinvolto emotivamente è per me un risultato importante.
  • augusta il 20/05/2013 14:03
    ho riletto più volte...
    tutto il testo è bello e ti lascia con il fiato sospeso fino alla fine.. questo è il mio modesto parere... poi lascio a charles il resto... 1 beso monica
  • Anonimo il 17/05/2013 17:01
    Toccato... no no, disfece mi è sfuggito... avevo già modificato, mi pare. va bene, colto in fallo( o membro?). Ma disfece no, sa di sartina che lavora a maglia... un saluto.
    Mi scusi il tono ironico, non è da me.
    P. S. ecco, ha colto giusto... impostata per la lettura di un attore. Io lo faccio spesso quando vado in case di riposo per questioni... un po' lungo spiegare, comunque leggo per loro. sapesse come sgranano gli occhi.
    La punteggiatura a volte me la creo lì per lì, modificando quella dell'autore per avere la giusta pausa. la mia è una versione da lettore, ovvio. lei potrebbe pure dirmi... ma va là, mi tengo la mia. legittimo!
  • Monica d il 17/05/2013 16:31
    E l'urgentissimo "disfece"? Eheheh scherzo, la ringrazio invece, una versione oserei dire più... non so spiegare bene... sembra di sentire leggerla da un attore consumato, credo grazie alle pause create della nuova punteggaitura, di rimando quasi un po' troppo... come dire... impostata ecco.
    Molto interessante. Di nuovo grazie dell'attenzione.
  • Anonimo il 17/05/2013 16:01
    Ecco fatto: mi rendo conto tuttavia che certi termini non sono riuscito a cambiarli. Alcuni erano già stati modificati. Per membro, che continua a non piacermi, non ho trovato un sinonimo degno.
    Le mie varianti sono più che altro improntate ad una diversa suddivisione delle parti che compongono certi periodi ed alla punteggiatura, tesa a dare al lettore il senso della calma, della lentezza.
    Mi rendo conto tuttvia che l'argomento quello è, e cercare di dargli un poathos diverso dal tecnicismo è impresa impossibile.
    Un caro saluto.

    Una goccia d'acqua trasparente cominciò a scivolare sulla verde foglia carnosa, lentamente.
    Al suo passaggio mostrava, come una lente, i particolari delle fibre tingendo di smeraldo il suo interno. Pigramente, lasciandosi cadere fino alla nervatura centrale, si abbandonò.
    Strisciò senza fretta. Un'umida scia restava ad illuminare la strada percorsa.
    Adagio raggiunse la fine; restò sospesa il tempo di un respiro, per poi lasciarsi andare, leggera, nel vuoto, ricomposta in perfetta sfera, riflettendo l'intorno, morbidamente in volo.

    Le mani seguivano il movimento della schiena, procurato dal respiro; ascoltavano il tepore del lento scorrere del sangue sotto la pelle.
    Presero a muoversi lungo la colonna, senza fretta raggiunsero le natiche. Le accarezzarono, le strinsero a fondo, con calma e tuttavia con fermezza, quasi a cercare il confine del dolore.
    Si sciolsero a poco a poco lenti fiumi di piacere e d'ebbrezza. Gradualmente uscirono dagli argini.
    Le dita, abili, raggiunsero quei rivoli di piacere e, inumidendosi, si inebriarono del loro profumo, si scaldarono al loro tepore. A rilento cercarono, trovarono ed esplorarono angoli nascosti. Schiusero senza fretta ogni piega, ogni anfratto.
    Un lago calmo di voluttà proteggeva l'entrata. Il membro, possente, vi si immerse, controllando la sua forza. Pacatamente sparti le acque, e le dighe si sgretolarono.
    Spinse ancora più in fondo, cercando l'abisso, mentre a poco a poco l'onda cresceva, sempre più alta fino a che, esausta, con fragore si disfece ricomponendo le acque nell'attesa della quieta bonaccia dei sensi.

    La goccia dolcemente si posò al suolo. Si disciolse nella terra e ricominciò il suo viaggio, lentamente.
  • Anonimo il 17/05/2013 11:00
    No, gentile Monica, non sono su altri siti... tuttavia mi fa un enorme piacere che lei mi dia il permesso di lavorarci sopra al suo brano. Mi divertirò sicuramente... intanto però mi leggerò la nuova versione e la comparerò con l'originale. Un saluto... e grazie.
  • Monica d il 16/05/2013 21:16
    Charles Buongiorno, credo ci conosciamo su di un altro sito, il mio nick name è monidol. Questo testo è stato scritto cinque anni fa e da allora l'ho rivisto un sacco di volte, su mia iniziativa o in seguito a interessanti osservazioni da parte di lettori. Non so se manca il pathos la sfida era scioglierlo nella lentezza, probabilmente una sfida persa, o magari vinta per altre sensibilità. Qualcosa di ciò che mi ha fatto notare è stato nel frattempo cambiato, altro forse non ne sono stata in grado. Non lo rivedo più, credo di aver esaurito lo stimolo a farlo ma se le va, mi piacerebbe ci giocasse un po' e leggerei volentieri una sua versione del testo. la mia ultima verisone è questa..
    Una goccia trasparente, lentamente, cominciò a scivolare sulla verde foglia carnosa.
    Come una lente, mostrava, al suo passaggio, i particolari delle fibre tingendo di smeraldo il suo interno. Pigramente, si abbandonò lasciandosi cadere fino alla costa centrale.

    Strisciò senza fretta, un'umida scia restava ad illuminare la strada percorsa.
    Adagio raggiunse la fine, restò sospesa, il tempo di un respiro per poi lasciarsi andare, leggera, nel vuoto, ricomposta in perfetta sfera, riflettendo l'intorno, morbidamente in volo.
    Le mani seguivano il movimento della schiena procurato dal respiro, ascoltavano il tepore del lento scorrere del sangue sotto la pelle.

    Presero a muoversi lungo la colonna, senza fretta raggiunsero le natiche, le accarezzarono, le strinsero a fondo, con calma e fermezza, quasi a cercare il confine del dolore.
    Si sciolsero a poco a poco lenti fiumi di piacere e d'ebbrezza, gradualmente uscirono dagli argini.
    Le dita li raggiunsero, si intinsero, si inebriarono del loro profumo, si scaldarono al loro tepore, a rilento cercarono, trovarono ed esplorarono angoli nascosti. Schiusero senza fretta ogni piega, ogni anfratto.

    Un lago calmo di voluttà proteggeva l'entrata. Il membro possente, controllando la sua forza, vi si immerse, pacatamente sparti le acque, le dighe si sgretolarono.
    Spinse ancora più in fondo, cercando l'abisso mentre a poco a poco l'onda cresceva, sempre più alta fino a che, esausta, con fragore si disfece ricomponendo le acque nell'attesa della quieta bonaccia dei sensi.

    La goccia dolcemente si posò al suolo, si disciolse nella terra e lentamente ricominciò il suo viaggio.
  • Anonimo il 16/05/2013 19:36
    Ah, che sciocco, ho dimenticato la spiegazione alla mia critica.
    L'incipit è sbagliato, non me ne voglia.
    Quel trasparente lentamente non fa altro che accelerare... senta invece, anche musicalmente, come tutto si placa in questo modo:
    Una goccia trasparente cominciò, lenta, a scivolare sulla foglia, verde e carnosa... non è che cambi molto, ma anche dopo lei usa descrizioni che pungolano il lettore ad avere fretta, pure mediante una punteggiatura non consona. Beh, avendo l'impressione che lei non mi risponderà nemmeno ( mi pare di capire non pubblichi più )termino qui. Tuttavia mi metto a disposizione per altri chiarimenti... per esempio sull'uso di termini forti quali: natiche, membro turgido e possente, spinse ancor più in fondo... no, troverei o almeno cercherei di trovare altri termini.
    Senza acrimonia. Un saluto.
  • Anonimo il 16/05/2013 19:01
    Buona capacità di scrittura, anche se qualcosa in questo brano non mi convince. Cosa sarà mai? Non me ne voglia la gentile autrice di questo pezzo di bravura, ma è mancato il pathos, il trasporto emotivo, la sorpresa. Buona l'idea di fondo, belle le descrizioni, ma tutto troppo tecnico. Sono certo che troverò qualcosa di meglio nel suo repertorio... ultima cosa, verso la fine quel " si disfece " non mi è piaciuto granché... urge trovare un sinonimo. Un saluto.
    P. S. il suo nome è stato segnalato da altro bravo autore che sto leggendo con interesse.
  • francesco lasorsa il 03/10/2009 15:46
    bellissima *_*
  • Simone Suzzi il 25/09/2009 01:18
    in un suo modo, poetica.
  • Fiscanto. il 04/07/2009 20:44
    molto bella
  • Rocco Burtone il 26/06/2009 17:52
    Fascinante
  • Dannunziano _ il 21/06/2009 11:35
    bellissimo...
  • Anonimo il 14/02/2009 10:51
    Ciao Moni, passavo, questo tuo brano, lo sai, già lo conosco. Metto solo le stelle.

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