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il re e la farfalla

La farfalla è simbolo di fortuna, pace e libertà.
V’era un re, che un giorno giunse in un regno per aiutare a costruire il palazzo del sovrano,
suo amico. Si portò con se, tutti i muratori del suo paese. Un giorno, mentre dirigeva i lavori,
incontrò una farfalla, che aveva ali stupende.
Desiderò subito di conoscerla, così iniziò a parlare con lei. La farfalla aveva paura degli uomini, perché spesso le avevano strappato pezzetti di ali, ma il re voleva a tutti i costi che lei si adagiasse sulle sue mani. Per questo tutte le mattine, prima di andare a lavorare, andava nel prato sotto il castello, aspettava la farfalla, con dolcezza la convinse a volare sulle sue estremità.
Nacque un amicizia bellissima, che questo re teneva segreta. Era geloso dei muratori,
temeva che raccontassero alla regina che lui aveva una farfalla come amica, quando ogni tanto tornava nel suo regno. Perla, così si chiamava la farfalla, era felice di stare con il suo re, scriveva per lui bellissime poesie sui petali dei fiori, lo portava di sera sui prati a guardar le stelle, la luna, lo baciava con le sue ali, ma era consapevole che, una volta finito il castello, lui sarebbe tornato nel suo regno, ma lei, avrebbe conservato per sempre nel cuore il ricordo di questa amicizia, che considerava come un prezioso dono che la vita le aveva fatto. Giunse l’inverno, Perla non poteva più portare il re sui prati. Ben presto però si accorse che il re era cambiato nei suoi confronti, ma lei gli voleva sempre bene. I re si sa sono bizzarri, sono volubili, inoltre tantissime farfalle svolazzavano sul prato, farfalle che d’inverno hanno belle case di zucca che possono ospitare un re, ma lei era povera, come ricchezza aveva il suo grande cuore. Inoltre viveva in un tronco cavo di un albero insieme ad altre due farfalle, non poteva quindi invitare e ricevere il suo amico. Si accontentava di stare con lui ogni tanto, dentro la cascina del boscaiolo.
Ma le visite del re, cominciarono a diminuire. Lui le diceva che era freddo, che la sera aveva da fare,
e lei ci credeva ciecamente, non si può dubitare di un amico, poi lui era sempre gentile con lei.. Perla gli aveva insegnato che l’amicizia è gratuita e mai aveva preteso doni dal re, anzi, con gioia gli portava piccoli regali, fiori di prato, vino d’ambrosia di api, perché provava più gioia nel dare che nel ricevere. Aveva messo il cuore nelle sue mani, con lui condivideva le gioie quando le poesie
che scriveva sui petali venivano lette nei salotti dei nobili, e qualche volta anche i dolori, non drammatizzando troppo, perché i re non amano sentire cose brutte, doveva essere sempre
l’allegra farfalla che aveva conosciuto. Ritornò fata primavera, Perla si sentiva felice,
perché presto sarebbe ritornata sui prati con il re. Ben presto però s’accorse che non era così.
Il nunzio che portava i messaggi reali, non venne più nel suo tronco, e andando
nel prato, vide il suo re da lontano, lesse sul suo viso, che è come un libro aperto, che non la voleva

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4 commenti:

  • Vilma il 17/01/2012 18:07
    non avevo letto questa bella favola (o magari storia di vita reale)... mi è piaciuta davvero tanto... la sento particolarmente
    Complimenti
  • Dilaila Bella il 19/11/2011 16:54
    bella favola, ricca di magia! mi è piaciuta molto!
  • sara zucchetti il 01/09/2009 09:35
    Si può solo dirgli che è cattivo! Lei gli era tanto amica gli voleva bene. Bella favola Loretta descritta bene con parole magiche. "ritornò fata primavera" "si scaldano al sole dei sentimenti". Mi dispiace solo che sia finita male. Ti confesso che anche la storia di sfortunella non finiva bene però ho deciso di modificarla!
  • Marcello Caloro il 07/03/2009 20:16
    Tu non puoi sapere perchè ti dico grazie. A me capita di riparare ali di farfalla, capita anche di diventere re; a volte sono io la farfalla. In questa strana promiscuità rischio di smarrirmi. Un "grillo parlante" che, ogni tanto, mi apra gli occhi mi sta bene.
    Brava.

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