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La mia storia maledetta

Non crederete alla mia storia e io non pretendo che lo facciate, e se qualcuno di voi vi crederà, verrà sicuramente preso per uno sciocco e ingenuo.
Ho deciso di scrivere solo per lasciare su un foglio le tracce della mia inutile, disprezzante esistenza; solo per mettere su iscritto la mia storia maledetta, ma soprattutto per mettervi in guardia, mettervi in guardia da qualcosa di orrendo e terribilmente pericoloso, qualcosa che non vi augurerò mai di incontrare nella vostra vita.
Spesso mi guardo allo specchio, e non vedo altro che un animale, posso sembrare una persona come le altre, alto un metro e ottantacinque, folta barba che non mi decido mai a togliere, lineamenti pronunciati e fisico inspiegabilmente forte e robusto per un uomo della mia età; ho settantacinque anni e mi chiamo jack lee.
I miei genitori sono entrambi originari del Maine, quando si sono conosciuti erano una coppia davvero felice, si amavano molto e decisero di avere un figlio; mesi dopo nacqui io ma mia madre non si sarebbe mai immaginata che mettendomi al mondo avrebbe fatto lo sbaglio più grande della sua vita.
In effetti nella sua vita non ha fatto altro che sbagliare, sposando mio padre ad esempio;dopo il matrimonio lui divenne un’altra persona, divenne un alcolizzato e cominciò a picchiare me e mia madre.
La situazione nella mia famiglia andò avanti così per molto tempo, finche io non ebbi diciassette anni.
Fu in uno dei tanti giorni di freddo, pioggia e nebbia che mio padre ebbe ciò che si meritava ormai da molto tempo.
Mia madre era uscita a procurare un po’ di legna da ardere ed io ero a più di una centinaia di metri da lei; non seppi neanche io come ma riuscii inspiegabilmente a sentire l’odore di mio padre, un odore forte e disgustoso, non si lavava da giorni ed era ubriaco fradicio. Qualcosa dentro di me mi disse che doveva farla finita una volta per tutte, fino ad allora non avevo mai avuto il coraggio, neanche di alzargli la voce, ma adesso avevo sopportato troppo, lui aveva rovinato la mia infanzia, aveva creato in me una ferita che non si poteva mai più rimarginare.
Solo che mio padre era lontano circa un chilometro da me e non riuscivo a spiegarmi perché sentivo il suo odore e perché sentivo che sarebbe successo qualcosa di terribile.
Intanto, mentre pensavo, l’odore si fece sempre più forte, quasi insopportabile, e vidi nella nebbia, la sagoma di un uomo alto e robusto, che barcollava e gridava, realizzai subito che era lui.
Mia madre gli corse in contro, ma lui era ormai caduto in un abisso oscuro, dal quale non ne sarebbe mai più uscito; cominciò a picchiare mia madre, a sputarle in faccia, a insultarla gridando.
Prese un pezzo di legno che era caduto dalle braccia di mia madre e cominciò a bastonarla con forza; io non potevo resistere ancora, non potevo più vivere così, non potevo vedere mia madre in quelle condizioni;così cominciai a correre, mi accorsi che avevo della bava che mi colava dalla bocca e non sapevo spiegarmi il perché, insomma, non è così normale che fuoriesce della bava mentre percorri una distanza di soli cento metri.

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5 commenti:

  • Vale B il 21/05/2009 13:12
    Carino, ma poco inquietante.
  • Fabrizio Carollo il 17/04/2009 00:32
    bel racconto ma poco horror
  • Emiliano Shegani il 28/03/2009 19:11
    più lo leggo e più mi convinco che questo racconto avrei dovuto metterlo nella categoria dei drammatici... nn fa molta paura... me lo dico da solo
  • Marika Rig il 21/03/2009 22:17
    ^_^
    Mi piace com'è scritto
  • stefano manca il 21/03/2009 21:57
    scritto molto bene
    piaciuto

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