Il nero gatto se ne stava seduto dentro una piccola gabbia sopra la cattedra. Si teneva dritto sulle zampe anteriori e con i suoi grandi occhi rotondi e gialli seguiva tranquillo i ragazzi che entravano nell'aula magna. Qualcuno di loro rise; tutti andarono a sedersi nelle file dei banchi, ai loro posti.
L'ora passò. Poi suonò la campana. Boriosi i giovani se ne andarono. Non rimase nessuno; solo una ragazza si avvicinò alla cattedra. Il micio aveva uno splendido aspetto nella luce della sala. Lei accostò la mano e con l'indice e il medio gli strofinò un orecchio.