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La stanza della luna

06/05/43- Dover- Kent, Regno Unito

Caro Antony, fratellino mio, come stai? Dove sei?
Sono sei mesi, ormai, che sei partito per la guerra e che non ho più notizie di te.
La pendola del salotto ha appena suonato nove rintocchi e io ti sto scrivendo questa lettera dalla Stanza della Luna.
Te lo ricordi, Antony, di quando eravamo bambini e decidemmo di dare questo nome alla camera che abbiamo condiviso assieme fino al giorno della tua partenza?
Le demmo quest'appellativo perché nelle sere di plenilunio la luce argentea della luna invadeva completamente le pareti della nostra stanza e sembrava che volesse venire ad abitare assieme a noi ed infilarsi sotto le coperte dei nostri letti per tenerci compagnia mentre cadevamo addormentati.
Ti ricordi di quelle calde notti d'estate in cui dormivamo con la finestra spalancata e lo sguardo rivolto verso il cielo stellato osservando le stelle finché i nostri occhi non erano troppo stanchi e il sonno veniva a farci visita nello stesso momento, mentre la luna restava a vegliare su di noi e sui nostri sogni?
Mi piaceva stringermi a te, sentirti vicino e respirare il tuo buon profumo di menta mentre mi sussurravi nell'orecchio una delle storie di fantasia che tanto ti piaceva scrivere nel tuo quaderno delle fiabe e che io conservo ancora con me nel cassetto della mia scrivania, tornandolo a leggere le sue pagine di tanto in tanto, quando i miei occhi faticano a trovare il riposo notturno.
Ti ricordi di quante sere abbiamo trascorso in questa stanza affacciati alla finestra a scrutare il mare, respirando il profumo acre della salsedine, sognando di poter andare lontano e fare il giro del mondo su una delle navi che viaggiavano verso il porto di Dover?
Io non sono mai andata via da qui, mentre tu sei partito per combattere e difendere l'onore della patria ed ora, senza di te, il mare mi fa paura e non sarei mai capace d'attraversarlo da sola.
Mentre ti sto scrivendo questa lettera anche la luna lascia cadere qualche goccia d' inchiostro argentato sul foglio dove sto raccogliendo i pensieri che vorrei giungessero fino a te.
Chissà, se anche tu, in questo istante la stai scrutano e se, in qualche modo, i nostri occhi si stanno incontrando, annullando le distanze che ci separano, attraverso lo splendore di questo astro che ci ha fatto un po' da madre sin da quando eravamo bambini.
Conservo ancora nella memoria il ricordo di quando chiedemmo a papà dove fosse andata la mamma il giorno in cui lei volò in cielo e lui con un candore e una semplicità disarmante ci rispose che la mamma era andata ad abitare sulla luna e che da lassù ci avrebbe abbracciato e protetto per il resto della nostra esistenza.
Forse è per questo che ho sempre tanto amato la luna e che ho trascorso, in questa stanza, gran parte dei miei giorni.
Questa casa è tutto ciò che mi rimane da quando papà è morto, anche se le pareti sono troppo ampie e l'eco della solitudine, ora che non ci sei più tu a condividerla con me, fa troppo rumore.

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4 commenti:

  • *Sunflower* il 29/04/2011 15:00
    adoro il modo in cui scrivi! complimenti mi è piaciuto davvero tanto!
  • Eleonora Rossi il 10/05/2009 19:11
    Grazie per il commento.. sono contenta che ti sia piaciuto il mio scritto
  • Anonimo il 10/05/2009 18:13
    ops, lettera - racconto!!!
    dis tratta
    nuk
  • Anonimo il 10/05/2009 18:11
    Viva le rose!!! Hanno le spine, ma sono in assoluto il fiore che mi circonda ovunque si posa il mio sguardo. Brava Eleonora!!! Complimenti per il racconto di rose e fratelli lontani, ma vicini sempre per sempre.
    e-nelura uk

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