Credevo di essere perfettamente a mio agio in quell’ anticamera. Restavo tranquillo, sulla mia sedia di plastica grigia. Avevo le gambe incrociate che continuavo a far dondolare in una posa rilassata, ma c’era qualcosa che non andava... Gli sguardi delle persone intorno a me sembravano preoccupate. O addirittura spaventate... Fu chiamato un altro e finsi di non provar nulla guardandolo scomparire senza possibilità di parlargli. Ma sapevo che dopo sarebbe stato il mio turno... Aspettai alquanto nervoso. Mi vennero in mente le numerose notizie di altre persone, dopo quell’esperienza erano rimaste terrificate. Ma io ero lì per una promessa ad una persona cara e avrei sofferto tutto il possibile. Poi... Il mio nome letto da una cartelletta di un beige banale e che, stranamente, mi dava molto fastidio. Mi alzai lentamente e mi avviai verso l’assistente del dentista che mi aveva chiamato. Mamma, adesso devo lasciarti la mano... “ Forza piccolino, dopo aver controllato i denti ti daremo un lecca-lecca se sarai bravo, eh? ”