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Rash

Alcuni mesi fa sono stato costretto a cambiar casa. Sapete come vanno le cose: perdi il lavoro, la tua ragazza ti lascia per uno pieno di piercing e tatuaggi perché la fa sentire donna, la fa sentire viva. Bah, ad ogni modo, andai da un amico che lavora in un’agenzia immobiliare. Gli spiegai la mia situazione. Non m’interessava avere chissà qualche casa. Ero da solo, tutto quello di cui avevo bisogno era una stanza da letto, un cesso e una scrivania dove lavorare. Mi propose un appartamento in un condominio. Una casa bella grande: aveva tre stanze enormi, una camera da letto, due bagni e una cucina. Gli dissi subito che non potevo permettermela, anche se avessi chiesto un mutuo che avrei poi pagato nell’arco di 250 anni. Lui mi fermò subito, mi disse che il prezzo era irrisorio. “Va beh” gli sbruffai contro, “andiamo a vederlo. ”
Andammo in all’appartamento in una calda giornata estiva di fine giugno. Alzò tutti gli avvolgibili e mi fece visitare tutte stanze. “Niente male” pensai ad alta voce. Effettivamente era, ed è, un bell’appartamento.
“Come mai costa così poco? ” La mia fu una domanda più che legittima.
“Beh, vedi…” cominciò a biascicare parole, era in cerca di una scusa.
“Dai, ci conosciamo da 20 anni, parla pure. ”
Fece spallucce e poi disse: “È morto un vecchio sul cesso. ”
“Per la troppa puzza” dissi divertito. Sì, lo so, è una battuta di merda.
“No, non sto scherzando. Sul serio c’è rimasto. Pare che stesse defecando quando un infarto l’ha colto. Ci aveva contattato mesi prima perché voleva vendere la casa. Non so di preciso come mai l’abbiamo ancora noi, una storia di procure, di contratti…”
“Da quanti anni lavori in quell’agenzia? ”
“Beh… tra due giorni saranno sei anni. ”
“Possibile mai che tu ancora non abbia imparato niente del tuo lavoro? ”
“Amico mio, mi pagano in nero, ecco il risultato. ”
Ci volle un po’ di tempo prima di acquistare la casa. La solita burocrazia. Mille scartoffie, due milioni di firme, diecimila persone da incontrare. Credo che la massa muscolare dei testicoli in quel periodo aumentò notevolmente.
Comunque, era settembre quando finalmente misi piedi dentro casa.
“La compri con tutta la sua mobilia. Sia ben chiaro che noi non togliamo niente” mi disse G. nel momento della firma del contratto.
"C'è qualcosa di valore?"
"Non so, può darsi. Perché lo domandi?"
"Hai ancora le chiavi?"
"Sì."
"Devo far cambiare la serratura, allora."
Finalmente avevo una casa tutta per me. Portai giusto qualche cosa dal vecchio appartamento. Quello nuovo era già arredato. Aveva tutto quello che mi serviva: una scrivania e un letto bello comodo. C’era anche una vecchia cucina. Un frigo di cent’anni fa e delle sedie di legno intorno ad un tavolo rettangolare. Beh, è inutile che mi dilunghi sulla mobilia, a chi potrebbe interessare?

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