username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

La ragazza dimenticata

Quando allungai la mano fù nel preciso istante in cui lei cadde ai miei piedi.
Ricordo il cortile della scuola fatto di asfalto scolorito.
Il profumo resinoso dei pini alle nostre spalle, l'odore della polvere come di gesso.
Avevo addosso una tuta celeste con una maglia a righe grosse, le gambe sottili come calzassi un pigiama.
Quando allungai la mano non aveva ancora toccato terra.
Ce ne stavamo in fila, quello in cima partiva e faceva un giro del cortile di corsa per poi sistemarsi in coda.
La ragazzina che accompagnavo ogni giorno per mano partì decisa, leggera, portando il peso sottile di un sorriso paffutello e di un caschetto morbido e brunito.
Quando allungai la mano ero l'ultimo della coda e mi stava raggiungendo.
La colsi così, a pochi passi da me, sospesa come una piuma prima di toccare il suolo.
La fila si muoveva avanti ma io riuscii a guardare in quegli occhi stupiti, e la
tirai verso di me, senza peso, sentendo il calore della sua presa come non lo avevo mai sentito quando passeggiavamo con le cartelle in spalla.
Penso a quel tempo lontano, a come i bambini poi sono cresciuti e si sono allontanati, a quell'età dell'innocenza dove ci si rincorreva in quel cortile dei giochi.
Sentii ancora quel calore nel chiaroscuro di una cameretta per bambini, il cavallo a dondolo nell'angolo, la tapparella appena abbassata, il calore di una coperta tirata sopra di noi.
Ho una foto della ragazzina nel cortile di un monastero dove facevamo catechismo.
La vecchia suora è ancora viva e sò che ogni tanto chiede di me, mi sembra impossibile. Mi sembra che attraverso quegli occhiali spessi e il velo bianco attorno al viso possa ancora giudicarci, come se sapesse che le nostre mani erano intrecciate dietro le nostre schiene.
A volte mi sembra di averla abbandonata, di essere scappato via e di averla lasciata e dimenticata attraverso lo scorrere degli anni. Di averla lasciata uguale, e ho paura di passare sotto la casa del mio vecchio paese perchè sò con certezza che lei è ancora là fra le mura di quella cameretta, immutata, con i palmi caldi di quei giorni da bambini.
Se mi prendesse la mano e la serrasse abbastanza forte come nel cortile di rose
della foto scolorita, allora la porterei con me a trovare la vecchia suora ed insieme potremmo ricordare quei giorni, scendere nel vecchio cortile e guardere dentro il vecchio pozzo di pietra e sul fondo potrei scorgere un barlume di quell'età dell'innocenza che sento perduta.

 

1
1 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

1 commenti:

  • Anonimo il 17/07/2011 20:57
    Mi piace molto... a tutti noi viene in mente la ragazzina sognata da bambino... ricordo nomi e cognomi e soprattutto l'acerba attrazione che mi faceva perdere tempo senza sapere cosa fare... no, no ho perso tempo... ero un bambino e facevamo la guerra in classe ad uno strano genere di essere umano superiore ed esteticamente più attraente.

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0