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il cristallo. CAP I

I CAP.
la notte calava silenziosa, i soli rumori che si potevano sentire
erano quelli di edgar, un gatto davvero egocentrico, ogni notte sdraiato sul letto speravo, speravo, speravo che il vero mondo prendesse il vero me.
non ero adatto a quella vita e lo sapevo, da ben 16 anni, ogni notte chiudendo gli occhi mi veniva alla mente un sogno ricorrente, un altra famiglia qualcosa che da sempre desideravo, ma più la luce del desiderio si faceva vicina più tutto diventava surreale e irrangiungibile.
passavo la notte così, poche ore di sonno, e pensieri rivolti ad un qualcosa, un qualcosa, che.. , che non saprei definire.
non ho mai conosciuto i miei genitori, ne li ho mai visti in faccia,
diciamo che questo prende parte al mio non avere una propria identità, dove vivo? dove vivo, ci sono molti ragazzi come me, la maggior parte passa il tempo sola, altri si avvicinano solo per litigare mentre alcuni non escono proprio dalle loro camere. vivo in un orfanotrofio.
e anche se tutti viviamo nello stesso posto, non ci sentiamo una vera famiglia, e mai ci sentiremo tali.
l'unica persona con cui condivido un bel rapporto, da definirsi quasi amichevole, è Katelyiin, ha 16 anni come me, i capelli biondo cenere, con un corpo snello e molto grazioso.
è come se fossimo fratelli, o almeno da parte mia è sempre stato così e sempre lo sarà.
da quando avevamo 12 anni architettavamo ogni notte un modo di fuga da quella galera.
avevamo deciso che saremmo scappati in inghilterra all'età di 16 -17 anni, ma la pazienza di far scorrere altro tempo si era interrotta, facendo in modo che il 1 novembre del 2o12 saremmo fuggiti il più possibile lontano.
e così i giorni passavano arrivati al 1 novembre l'ansia era a mille, mi ricordo ancora come ci eravamo vestiti, kate indossava un vestito nero lungo con sotto delle scarpe bianche tutte sporche e tappezzate da stracci per tappare i buchi, mentre io nel mio miglior completo, quasi come dovessi sfoggiare il mio fascino davanti una grande platea, avevo un vestito elegante, che tutti i ragazzi avevano, grazie alle suore che l'aveva regalato a tutti il giorno di natale dell'anno precendente.
ormai eravamo e dovevamo esser sicuri di non fallire la strada era lunga, uscito dalla mia camera, andai verso il reparto femminile.
Suor Camilla era ancora sveglia e parlava a qualcuno, forse qualcuno che stava poco bene, mi nascosi dietro una colonna,
dopo aver aspettato che se ne ritornasse in camera andai nella stanza di Kate e..

 

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