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L'albero e il cemento.

Nel piccolo giardino un esile alberello un uomo un dì ha piantato, era malato
e più nessuno l'ha guardato, MadreTerra; con amore l'ha curato.
Molti anni son passati e il piccolo alberello ora... non è più quello.
D'alto fusto è diventato, sano, forte e ben piantato, non lo scuote nessun vento,
la sua chioma è rigogliosa madre Terra n'è orgogliosa.
Le sue fronde folte e tante fan riparo a ogni viandante, ai suoi piedi son sbocciati,
fiori bianchi delicati, tutto intorno è un'armonia par vedere, una magia.
Nel cielo turchino bianche nuvole ammirano il bel giardino, orché nell'aria echeggia un cupo suono; c'è un gran fermento ora laggiù, bianche le nuvole si chiedon cos'è e con sgomento vedono che... hanno abbattuto l'albero!
Or giace tra l'erba, i bei rami tendono in alto come a voler...
chiedere al cielo perché!
I fiori attoniti han piegato le loro corolle e bianchi petali lascian cadere accanto
al bell'albero, qual saluto, un omaggio, ed un'ultimo inchino.
E son passati gli anni, al posto del bell'albero c'è un edificio grigio,
nessuno più ricorda il piccolo giardino!
E passa ancora il tempo, ora c'è un grande muro e dicono;
che l'hanno costruito per abbellimento!
È bello sì quel muro, ma se lo guardi dentro... è fatto solamente col cemento.

 

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2 commenti:

  • Giuseppe Tiloca il 09/08/2009 20:29
    Sai, Giuliana, questo racconto è bello, ne ho letto tanti altri e, a me, fa un po' terrore. Preferisco l' albero dalla folta chioma al cemento, però sarà il mio lavoro nel futuro, ma non sarò come gli altri, perchè io amo la natura... Lo si percepisce anche nelle mie poesie.. Un bacio, Giuseppe
  • Anonimo il 05/08/2009 00:25
    5 stelle per emozioni provate nel leggerlo... molto brava ben scritto

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