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Formica o aquila?

È un attimo. Prima i corridoi pieni di gente, tutti indaffarati ad andare avanti e indietro; poi, come per magia, tutto vuoto. Inizi a desiderarlo e si avvera. Ti senti confuso, un po’ stordito. “Com’è possibile? ” ti domandi.
Hai voglia di piangere. Magari lo fai per qualche minuto. Tristi lamenti abbandonano la tua bocca. Infine capisci che è troppo, che è tutto inutile. Meglio smetterla adesso. Lo fai. Sei deciso. Non basta.
Cominci a vagare per quei corridoi vuoti, cercando una domanda che ti possa condurre a una risposta. Dentro di te c’è solo il dubbio che non si placa. Corri da un angolo all’altro della casa. Vedi le mura sfrecciare davanti al tuo sguardo. Sì, corri come un pazzo in uno spazio che non c’è. Sei indemoniato. Hai il peccato del rimosso dentro di te. Vorresti poter capire, eppure sei costretto alla sofferenza. Dove sono andati a finire tutti? Cosa ne è stato della tua? X? Yz?
Ti siedi a terra. Ti guardi ancora intorno. Che cosa vedi? Niente. Ecco cosa c’è dentro e fuori di te. Un vuoto assoluto. Un vuoto che ti spinge a far chissà cosa. Povero inetto. Mai avresti pensato di fare quest’orrida fine: risucchiato nel vuoto assoluto. Povero te, povero nulla che ti prende e ti porta lontano. In fin dei conti cosa ti resta? Un muro, una porta e forse un letto? Sì, le persone si lamentano che non trovano casa, che non hanno questo o quello, che il mondo è difficile bla bla bla. Già, le persone si lamentano sempre una continuazione. E tu? Lo fai? Certo! Sei parte di loro, come potresti sottrarti alla Madre? Così inizi un lungo lamento, un??? che rimbomba tra le mura vuote. Pensavi fosse diverso. Solo perché loro erano con te? Ah, mentecatto dall’animo oscuro!
Torna il buio nella tua mente. È tardi, magari sarebbe l’ideale andare a letto, scoprire cosa il tuo “essere” ha da dirti. Ma tanto, stupido come sei, anche se te lo comunicasse in modo chiaro, non lo capiresti. Pezzente che non sei altro! Meglio lasciarsi andare. Lo senti il vortice che ti risucchia? Non vedi che intorno a te non c’è altro che il vuoto?
Sei morto. È finita. Game over. È inutile che provi a rialzarti da terra. Lo sai benissimo che continuerai ad arrancare a terra. È questione di giorni, poi ecco la fine che ti aspetta. Sì, perché lì, lì in fondo, c’è quella che si chiama FINE. Nessun tunnel del cazzo, niente luce, niente speranza. Solo questa cazzo di fine che ti chiama e ti aspetta. Quanto altro puoi durare? Uno, due mesi? Poi? Come pensi di poter continuare a vivere? No, non lo sai. Non hai idea di niente. Solo stupidi pensieri che non hanno niente a che fare con te. Cosa ti è successo? Dove sei stato in tutto questo tempo? Pensavi, pensavi. Pensavi a cosa? Ora a cosa stai pensando? C’è qualcuno che grida aiuto nella tua testa? Neanche una scimmia urlatrice hai in quel degenerato organo chiamato cervello. Mi spiace, in fin dei conti sei simpatico. Avresti potuto farcela, invece hai deciso di arrenderti. Bastardo! Addirittura c’era chi scommetteva su di te. E tu cosa hai fatto? Saluti a tutti. Fottuto bastardo! Certo, dire che avresti dovuto provarci per gli altri è ingiusto. Qualcosa però potevi fare... per te stesso. Hai preferito il pavimento alle stelle. Probabilmente non hai torto. In fin dei conti guardare dall’alto si riduce a osservare tanti piccoli puntini. Meglio vedere i giganti dalla tua prospettiva. Bella visione di merda!

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2 commenti:

  • Sergei Lubosky il 12/08/2009 15:39
    Beh, ancora una volta non posso far altro che ringraziarti
  • Anonimo il 11/08/2009 23:53
    ben scritto emozioni che senti a pelle... complimenti

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