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Amore perduto

La strada scorreva verso le mie paure, dieci anni erano passati e ancora a volte nei tristi momenti pace non mi sapevo dare…sere accanto a una finestra tra una birra e un toscanello…
Paradossale, sfrecciavo verso il suo indirizzo che ancora ricordavo da quella volta che la passai a trovare. Non desideravo essere ricordato come un adolescente capriccioso, immaturo…avevo bisogno di sconfiggere le paure che un tempo avevano preso possesso di me e ai suoi occhi mi facevano apparire un essere piccolo e immaturo.
I suoni attutiti all’interno del casco lasciavano spazio a ricordi brevi di momenti passati, il suo sensuale muoversi, il suo sorriso nell’invitarmi a seguirti…il mio cuore batteva forte a tali pensieri…
Quanta fatica per confessare il mio amore per lei, mi strinse forte in silenzio e guardandomi intensamente mi accarezzò, solo 18 anni avevo e lei eri una donna più grande dei suoi 29… una fitta attraversò il mio cuore pensando a quella sera…una dannata sera quando il suo lui nel suo rozzo modo di fare l’aveva reso piccola davanti agli occhi di tutti per provocarmi e io diciottenne rimanevo immobile mentre i suoi occhi mi guardavano…sembravano gridare aiuto…. e io…. non feci nulla…
Provai a richiamarla tempo dopo…nulla…
Arrivato mi domandai se dopo così tanto tempo ci sarebbe stata ancora.
“Scusa”, abbassai il mio sguardo e un bambino raccoglieva la sua palla che si era appoggiata alla moto. Neanche il tempo di rispondere, “Cristian, quante volte ti ho detto di non giocare in strada, Mi scus…”. Mi osservava…era lei, impaurito feci per rimettere il casco “Ma tu…tu, aspetta! ”. Prese le chiavi della moto il figlio e rientrò.
Era rimasta incantevole come allora, mi osservava dalla porta con un casco in una mano e le mie chiavi nell’altra…. salita mi diede le chiavi “Pomeriggio libero, portami in un angolo tranquillo del lago.
Il viaggio era eterno, mille pensieri riaffioravano nella mia testa, mentre sentivo le tue mani stringermi il petto…sembravano coccolare il mio cuore che batteva all’impazzata.
Parcheggiai in una piazzola di sosta sulla strada che costeggiava il lago, brevi scale portavano a un ripiano che donava un’ottima vista panoramica.
Seduti a cavalcioni su quella panchina in pietra uno di fronte all’altro, i suoi lisci capelli castani facevano compagnia ai suoi occhi ora luci…. le sue mani morbide tenevano il mio viso…. il suo sguardo mi penetrava leggendo in me tutte quelle parole che mai ebbi il coraggio di dirle….
Le nostre mani accarezzavano volti pieni di gioia…i nostri occhi lasciavano evadere lacrime di tristezza…”Io.. ” il suo indice mi chiuse la bocca…. le nostre fronti poggiavano l’un l’altra…le nostre labbra si sfiorarono solo un paio di volte….. passarono ore…ripetendo quei gesti in silenzio…. ”È tardi…. ”, “In tutti i sensi…” aggiunsi tristemente.

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6 commenti:

  • Anonimo il 17/08/2009 11:08
    Sei bravo Alessio. Intenso
  • Anonimo il 17/08/2009 00:51
    dio mio... Alessio... quanto AMORE...
    bravissimo...
  • claudia checchi il 15/08/2009 16:18
    molto bello... alessio... dove dici che il destino nn è scritto nelle stelle.. ma dentro di noi... bellissima... claudia
  • Alessio R. il 14/08/2009 00:50
    Grazie per i commenti...
  • Anonimo il 14/08/2009 00:30
    intenso... suggestivo e ben scritto... molto bravo
  • Anonimo il 14/08/2009 00:07
    bellisimo, intensissimo, alcune frasi mi sono rimaste addosso
    "leggendo in me tutte quelle parole che mai ebbi il coraggio di dirle"

    "Ti perdonai un istante dopo"

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