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ALICE

"Alice cominciava a non poterne più di starsene seduta accanto alla sorella, sulla riva del fiume, senza far niente: un paio di volte aveva dato un'occhiata al libro che la sorella stava leggendo, ma non c'erano figure né storielle, «E a che serve un libro», pensò Alice, «se non ha figure né storielle?»".
Aveva considerato sempre una perdita di tempo starsene ore e ore sopra i libri a leggere cose che venivano in mente da altri: un branco di saccenti che passavano la vita a dispensare consigli sul cosa è giusto fare o non fare. A raccontare favole inverosimili, storie d’amore dal finale patetico e sdolcinato più della gomma da masticare che stava biascicando in quel momento! Quelli lì erano tali e quali ai suoi genitori! Tutto il santo giorno a borbottare su questioni di principio, a ricordarle di comportarsi nella giusta maniera, con la necessaria educazione, la reputazione e bla bla e ancora bla! Ogni volta che rimuginava a quel modo la masticazione del chewingum raggiungeva velocità inaudite e la si poteva sentire ruminare a due leghe di distanza. “Alice fai questo, Alice non t’azzardare, Alice ricordati di, Alice stai composta…” BASTA!!!
Non ce la faceva più! Doveva agire ed in fretta, prima che fosse troppo tardi! In fondo aveva un cervello come tutti; un cuore per decidere chi amare, una mente per stabilire quello che era giusto fare, per lei, s’intende! Occhi per vedere, orecchie per sentire, gambe per andare dove più le pareva! A proposito: riflettendoci bene era proprio stufa di starsene lì a girarsi i pollici! Ogni volta che andava giù al fiume era sempre la stessa cosa: ore e ore a fissare quell’ipnotico, liquido fluire interrotto qua e là da frettolosi gorgoglii che ravvivavano appena la superficie del fiume quel tanto che bastava per far sapere ai presenti che nonostante le apparenze lui era ancora vivo, quantunque terribilmente annoiato! Per giunta, la sorella sempre sprofondata nelle sue letture non proferiva la benché minima vocale. Era deciso: avrebbe fatto una bellissima passeggiata! La giornata era splendida ed il paesaggio d’intorno un vero incanto! La fissò ancora un istante, pensando bene a cosa dirle per giustificare i suoi proponimenti. Poi, d’improvviso, l’elegante profilo della sorella venne appannato da una gigantesca bolla dai riflessi rosati, che dopo essersi dilatata a dismisura fino a racchiudere l’intera sagoma della fanciulla esplose con un botto secco e fulmineo spiaccicandosi come un enorme, appiccicosa ragnatela sul viso di Alice. “Accipicchia!” - Brontolò in silenzio?" “Guarda che pastrocchio ho combinato! “ Adesso i vischiosi filamenti si allungavano dall’indice di una mano al medio dell’altra rendendo ancora più disgustosa l’intera vicenda. Non appena ne venne a capo, detergendosi ben benino le dita sull’immobile corrente del fiume, ritenne che sarebbe stato inutile avvertire la sorella delle sue intenzioni: avrebbe accennato di si con il capo più per semplice riflesso incondizionato alla sua voce che altro. Così meditando, si guardò attorno per decidere in che direzione andare. Lungo la riva del fiume un bianco sentiero sterrato si snodava in curve appena accennate conducendo il viandante fino al villaggio di Borgo Zuppo, un insignificante agglomerato di rugiadose casupole disposte alla rinfusa vicino alle sponde del fiume. Il paesello deve quel suo buffo nome al fatto che, per gran parte dell’anno, è immerso in una impenetrabile bolla di umidità. I suoi pochi abitanti, sgocciolanti dalla mattina alla sera, quando non sono impegnati a strizzare i madidi vestiti devono guerreggiare furiosamente contro stormi di zanzare rapaci come falchi predatori. Il perché se ne stiano ancora lì ad infradiciarsi le ossa è un mistero che forse non avrà mai risposta!

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