Io nel notturno vagare trovo pezzi di vetro che ammasso con ordinata follia sull'orlo del mio prezipizio mentale. Gli atomi strilleranno il suo nome e io crollerò perchè è solo un esile filo di Arianna a tenermi su.
Tu che ribelle segui i passi di uno schiavo, darai fuoco alle catene e librerai parole musicalizzate al vento forestiero, malizioso indagatore di tessuti pregiati. Tu musica stessa che sotto la pelle danzi, che sopra le palpebre canti.
Tormento una certezza con note di biasimo, io figlia del caos, io pazza che vago, io stanca che torno. Illuse le mie stesse utopie. Trascinata in vortici di ferro e ruggine e cenere e ricordi sbiaditi. Verrò cacciata dal paradiso di un dio in cui non credo, verrò amata dal maledetto. Verrò amata. Ma non ora.