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La prima volta avevo sei anni

Le pagine del libro di Isabelle Aubry sono pagine vere di vita, in cui la protagonista racconta se stessa, l’infanzia rubata dal padre che prima abusa di lei e poi la offre come merce a coppie scambiste, facendola partecipare anche a delle orge.
In quelle notti “apparecchiate” dal padre, Isabelle è costretta a staccare il cervello e a concedersi a più uomini, anche dieci in una notte.
Nell’arco di due anni la Aubry colleziona circa cinquecento rapporti, ma il padre è felice di aver trasformato la figlia in un “automa” efficiente e funzionale ai propri bisogni.
Di tutto ciò, la madre sembra non accorgersi, ella conserva una naturale neutralità come se non fosse un obbligo di madre indagare e custodire l’integrità di una bambina incapace di difendersi da un padre violento e perverso.
La madre di Isabelle le negherà il dialogo, l’affetto, la protezione, in cambio però le offre il suo silenzio.
La storia di Isabelle è soprattutto una storia di profonda solitudine dove a pagare è la parte più debole, all’interno di in una società che ha elevato l’apparenza a verità e sostituito i buoni sentimenti con il perbenismo e il benessere economico.
Dall’incesto Isabelle Aubry non ne esce, la sua testimonianza è un lungo elenco di disturbi scatenati dalla mancanza di amore, di serenità, di gioia.
Un libro assolutamente da non perdere per comprendere il dramma dell’incesto, le conseguenze che genera su chi lo subisce, gli aspetti legislativi, la mentalità corrente.
Un libro forte, vero, terribile, disperato.
Ma è anche un libro che parla dell’amore, cercato a lungo dalla protagonista e trovato nella nascita di un figlio e nella stabilità di un matrimonio appagante, equilibrato e sincero.
Isabelle Aubry: 45 anni, presidente dell’Associazione internazionale vittime dell’incesto (AIVI).
Il sito che offre informazioni utili e che è in grado di dare un aiuto alle vittime dell’incesto è: http://aivi. org.

 

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3 commenti:

  • Anonimo il 15/10/2009 23:03
    La parola "incestum" dal latino che significa "non puro", non rende l'idea del degrado in cui la vittima vive. Il 43% di questi abusi avviene nel contesto della propria famiglia e la percentuale è sottostimata perchè poche sono le vittime che sporgono denuncia. L'omertà che avviene da parte del resto dei famigliari è quasi più disprezzabile dell'atto stesso. L'impotenza di queste vittime è accentuata dal fatto che di solito si tace per evitare imbarazzo... è orribile!! Non riesco a concepire una cosa così ignobile...
    Ti ringrazio perchè metti sempre sotto i riflettori le piaghe della nostra società!!
    Un bacio Dani
  • Anonimo il 14/10/2009 14:05
    Si tema doloroso e purtroppo sono tante le vittime. Io, da genitore, rimango letteralmente nauseata quando leggo di queste situazioni, vivo una sensazione di rabbia tremenda, ma anche di impotenza.
    Stasera vado a comprare il libro. Grazie Fabio. M
  • Anonimo il 14/10/2009 11:22
    Tema, quello tratato nel libro, di gravissima attualità. La famiglia, che dovrebbe essere luogo accogliente e protettivo, rifugio sicuro, si rivela spesso teatro di drammi e di violenze, quante atrocità si compiono tra le mura domestiche, maltrattamenti, abusi di ogn tipo e molto spesso, troppo spesso, a subirne le conseguenze peggiori sono i minori, come in questo caso. Padri che abusano delle figlie, il più delle volte con la passiva complicità del coniuge, che per vergogna non riesce a denunciare un fatto terribile che lascia inevitabilmente strascichi devastanti nella crescita di una ragazza, abusi che ci sono sempre stati, anche in passato, solo che allora parlarne era tabù, mentre adesso, anche se se ne parla, i casi non dimunuiscono.
    Anni fa ho letto un libro che raccontava vari episodi d'incesti e abusi su minori "Per voce sola", di Susanna Tamaro, racconti agghiaccianti che fanno riflettere. solo che a leggerli non sono mai quelli che dovrebbero farlo.

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