Un'altra cicca va giù. Per lui ormai era un bisogno, non un vizio, il bisogno di ricordare chi era, per ricordare la sua risata perduta, come un urlo nel deserto. Fumare sul tetto oramai era per lui un rituale prima di ogni "missione", lo aiutava a non pensare alla vita che aveva scelto, sempre se si poteva chiamare vita tutto ciò. Non dormiva bene da tanto tempo, poichè la notte per lui non portava consiglio, ma rimorso: i rimorsi di aver detto "si" per 3000 euro, per premere un grilletto contro qualcuno di cui si sanno solo le abitudini. Gli dicono che non è importante sapere chi è, basta solo che vada a miglior vita.
È quasi l'ora. La pistola è pulita, il caricatore pieno e il cuore calmo, ormai di giorno sapeva controllare le sue emozioni. Ma la notte non gli permetteva di fare ciò: ogni volta che andava a trovarlo, la notte gli sussurrava nelle orecchie i loro nomi, i nomi di tutti coloro che lo aspettavano "dall'altra parte", la notte gli faceva vedere i loro funerali, facendogli sentire le urla dei figli e delle mogli, privati dall'unica cosa che li aiutava ad andare avanti; e la notte proiettava nella sua mentel'ultima immagine dei suoi "clienti": i suoi occhi scuri, cerchiati da occhiaie nere come la notte, gli occhi scuri come la notte, e tristi poichè speravano e cercavano il perdono di Dio.