Un giorno le parole si vendicheranno, sarà un bagno di sangue, un orgia di teste mozzate, di processi a cadaveri illustri, di fuochi purificatori che bruceranno le menti e i pensieri.
Ghigliottine di saggezza in ogni piazza, piche con infisse locuzioni ottuse, fonemi mostruosi e tiranni, incomprensibili motteggi del significato.
Quel giorno sarò boia, sarò la beghina sferuzzante nella piazza e ogni tanto striderò, ma in buona lingua, "al patibolo" "al patibolo"
Sarò un marinaio dell'orda del Palazzo e urlerò "a morte" "a morte i tiranni acefali"
Saro Bruto che esce dalla coltelleria con un pugnale in garanzia.
Sarò l'auriga alle spalle di me stesso sul carro trionfale del Verbo e ripeterò all'infinito al mio orecchio attento il temine adamantino:
"VITA!"