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I gemelli g. e la befana
Giovanni e Giorgio sono due gemelli uguali, identici in tutto.
-Beh, proprio in tutto non direi proprio.
- È vero, lo ammetto. Da un certo punto di vista hanno sempre qualcosa di diverso: la mamma li veste uno tutto di blu e l'altro tutto di rosso. Così tutti riescono a distinguerli.
- Dì la verità. Lo sai anche tu che Giovanni è un bambino speciale. Ha solo sei anni e mezzo ma se lo guardi è proprio un ometto. Il berretto blu non lascia intravedere neanche un capello fuori posto, la felpa è senza macchie e i pantaloni cadono a piombo sugli scarponcini puliti.
- E adesso girati a guardare Giorgio. Berretto sbilenco sui capelli arruffati, felpa rossa con chiassose macchie di unto, residui di marmellata e briciole di brioche che riesce a mangiucchiare ungendosi anche i guanti di lana.
Ma chi è più felice di lui? Gioca tutto il giorno, corre fuori nella neve fresca, sprofondando con gli scarponi.
- Giovanni, vieni fuori a giocare anche tu? - chiama Giorgio- Costruiamo un pupazzo di neve, così domani quando arriverà la Befana troverà un nuovo amico con cui parlare...
- Non posso - grida il fratello da dietro i vetri -sto finendo i compiti delle vacanze.
-Uffa! Sempre il solito noioso e secchione. Ha una gran paura della maestra e studia sempre. Io, invece, mi godo la vita e faccio quello che voglio! Anche se me ne devo stare sempre da solo!
-Giorgio, Giorgio non lo sai che qualcuno ti sta ascoltando e non gli piacciono proprio i tuoi discorsi. Se tu guardassi in alto, tra un fiocco di neve e l'altro, ti accorgeresti che a cavallo della scopa elettrica c'è una vecchina coperta dal piumino a quadri di tutti i colori. Sta facendo un giro di ricognizione sulla città : deve decidere quali regali consegnare.
-Allarme, caro Giorgio. Se continui così, per te ci sarà solo carbone.
Ma Giorgio non ascolta le vocine buone che vorrebbero aiutarlo. Si diverte troppo a tirare le palle di neve contro i passanti e nascondersi poi dietro i cespugli.
È sera : i due gemelli sanno che nella notte scenderà la Befana e hanno messo le calze appese vicino al camino spento nel salotto. Sul tavolo hanno preparato la pinza e del vino caldo.
La calza rossa di Giorgio è un po' più corta di quella blu. Per forza l'ha consumata tutta per giocare a calcio!. E quel buco? No... Non è possibile! Da lì usciranno i dolci e domani mattina non ci sarà più niente per lui.
Con il gelo e con il buio la Befana scende dal camino e si lamenta:
- Sono proprio stanca. Questa è l'ultima casa e voglio riposare un po'. Ma prima il dovere : voglio mettere i doni nelle calze. Ah, la calza blu è quella di Giovanni! L'ho riconosciuta subito : pulita e profumata. Ci metto dolci, caramelle, frutta secca e due giochi elettronici. Questa rossa, invece, piena di buchi, che odora... bhh... di scarpe da calcio deve essere quella di Giorgio, quel fannullone : ci metterò legnetti e carbone per accendere il camino. E adesso posso dormire tranquilla.
- La cara vecchina non si è accorta che le sue parole sono arrivate all'orecchio di un bambino, che ha osservato la scena attraverso le sbarre di legno delle scale.
È Giovanni che ha deciso di vedere in faccia la Befana. La curiosità di sapere la verità su di lei lo ha fatto rimanere sveglio.
Udendo le sue parole Giovanni sente il desiderio di parlarle e la chiama.
- Ehilà ! E tu? Lo sai che non dovresti vedermi! Che cosa ci fai alzato?- Grida la Befana.
- Lo so, lo so e proprio per questo ti chiedo un favore. Non è vero che io sono più buono del mio gemello : lui è a letto e sta dormendo. Mentre io, questa notte, ho disubbidito alla mamma! Credevo che tu non esistessi e ti ho voluto vedere di persona. Per questo motivo devi dare anche a me il carbone. Voglio dividere con Giorgio i miei dolci e i miei regali.
-Non ce n'è bisogno- risponde soffiandosi il naso la Befana, un po' commossa- questa volta toglierò il carbone, che mi serve per scaldarmi con questo freddo, e riempirò anche la calza di Giorgio come la tua con giochi e dolci. Non si può pretendere che tutti i bambini siano bravi, tutti possono sbagliare. L'importante è riconoscere i propri errori e rimediare, come hai fatto tu.
Giorgio, nel frattempo, si è svegliato, e incredulo osserva il fratello che parla con la Befana. Ha sentito tutto e non riesce a resistere : deve correre ad abbracciarlo.
Giorgio, alzando la mano destra, si mette sull'attenti davanti alla Befana.
- Prometto solennemente che d'ora in poi farò tutti i compiti che la maestra mi darà!-
E Giovanni, mettendosi accanto a lui, incalza :
-E io prometto che da domani sarò il tuo compagno di giochi! Non ti lascerò mai più da solo.
E insieme esclamano felici: Evviva! Evviva la Befana.
-Auguri bambini. Da domani tutti a scuola perché ricordatevi che l'Epifania tutte le feste si porta via!
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- Aspettando Epifania...
- grazie, Sara, leggerò le tue poesie.
- bella favola complimenti istruttiva e serena