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Elsa Wertman

Il mio nome è Elsa.
Sono tedesca. Una contadina tedesca che all'età di sedici anni, attraversò l'oceano per venire in America, il paese del futuro e delle opportunità per tutti.

In Germania, lavoravo in campagna insieme alla mia famiglia. Ero, quindi, già pratica dei lavori agricoli ed esperta nell'accudire gli animali.

Grazie alla comunità dei connazionali, già emigrati negli stati uniti, trovai lavoro in questa cittadina, nella fattoria di Thomas Green, agiato possidente, sposato e senza figli.

I primi mesi trascorsero lietamente: facevo un lavoro che conoscevo, i miei padroni erano gentili e premurosi. Da parte mia, ricambiavo lavorando sodo, con la massima discrezione, come si confaceva al mio ruolo.
Non ero una ragazza appariscente, né avrei potuto esserlo, visto che la mia giornata era tutta impegnata nel lavoro dei campi e nelle faccende domestiche. Le uniche distrazioni che potevo permettermi erano quelle della partecipazione alla funzione domenicale, presso la locale chiesa evangelica, dove avevo occasione di vedere ed incontrare gli altri abitanti del paese.
Non ero brutta, però. La mia adolescenza mi aveva donato delle forme aggraziate che, non sfuggivano agli occhi di un attento osservatore, anche se celate dagli umili e dimessi panni che indossavo. Avevo un'età ancor giovane per pensare all'amore, ma gli anni giusti per cominciare a sognarlo ad occhi aperti ed a vagheggiare sul mio futuro.

Non ricordo quando, il sig. Thomas, iniziò a guardarmi in un modo particolare ed a mostrarsi sempre più gentile e premuroso. Ero troppo giovane e candidamente ingenua per comprendere le motivazioni di quegli sguardi e di quelle attenzioni insistenti, che lui mi dedicava.
Forse la mia stessa ingenuità, scambiata per una forma di malizia dissimulata, ha incoraggiato, senza volerlo, il suo interesse per me, che io confondevo con una forma d'affetto e riconoscenza, per la dedizione che mostravo al lavoro ed alla sua famiglia.

Un giorno queste attenzioni, rivelarono le loro finalità.

Era un caldo pomeriggio d'agosto. La moglie del sig. Thomas era andata in città a trovare le sue amiche. Io ero in cucina, intenta a pulire e riordinare le stoviglie, quando sentii le braccia di Thomas avvinghiarmi e costringermi a voltarmi verso di lui. Mentre cercavo di liberarmi da quella presa, cercò di baciarmi, con un rapido movimento del viso evitai che le sue labbra si appoggiassero sulle mie e mi baciò sul collo.
Le sue mani, presero a frugarmi dappertutto. Mi sembrò che si fossero moltiplicate, tanto esse erano frenetiche ed invadenti. Mi alzò la veste, mi strappò le mutandine, mi sollevò di peso e mi mise sul tavolo della cucina.

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