Rigorosamente in ordine alfabetico ai bimbi della classe furono distribuiti i fogli di carta, e Tommy ricevette il suo.
Tommy s'incollò al banco appoggiandoci sopra i gomiti. Decise che avrebbe disegnato un dromedario perché anche lui aveva una gobba. Si stirò un po' sulla sedia e dispose verticalmente la matita colorata sul foglio bianco; mentre disegnava le sue dita sfioravano il foglio, era deliziato, il suo dromedario era splendido e rimaneva tranquillo in mezzo al foglio senza scappare.
E poi all'improvviso successe.
Da dietro arrivarono due compagni: uno grosso tutta ciccia, e uno tutto impettito che puzzava; gli diedero un colpetto sulla gobba, gli strapparono il fogliodromedario e si misero a ridere.
Tommy vide i tanti piccoli pezzi di carta giacere sul pavimento e serrò con forza gli occhi, era come se un poco morisse.
Mr. Proserpina, l'insegnante di disegno, allora disse in modo che sentissero tutti:
- Nathan! Otto, ho osservato la vostra scenetta, che cosa avete da dire a proposito?
Nathan e Otto risposero con un ghigno e tutta la classe si mise a ridere.
Tommy urlò: - io prometto che - ma non riuscì a finire quello che stava per dire.
Dopo quel fatto, Tommy non disegnò più; usciva con Nathan e Otto e li scortava in corridoio rimanendo in silenzio. Tutti i giorni si lasciava toccare la gobba e, poi, restava seduto sotto un albero e aspettava che i bimbi dal cortile gli facessero cenno, e allora anche lui ghignava e piccole gocce di bava uscivano dagli angoli della sua bocca.