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Gaoth e il corno magico

Era un ventoso pomeriggio primaverile e Gaoth se ne andava per una via del suo villaggio del tutto ignaro di quanto stesse per accadergli di lì a poco: scrutava a destra e sinistra cercando qualche occasionale pinguino volante che ogni tanto sbucava dal fondo del fiume Teidhir, ma non c'era ancora niente in vista, perlomeno in quel giorno. E dire che di solito quelle strambe e maledette creature svolazzavano sempre tutt'intorno negli altri giorni!
Un po' deluso dalla caccia infruttuosa, si avviò verso casa già pensando alla possibile scusa da inventare alla mamma per giustificarle la mancata raccolta di selvaggina, quando a un tratto s'accorse di essere seguito da un piccolo gnomo che lo guardava incuriosito.
Gaoth, accortosene, si girò di scatto e gli urlò "ehi tu!", ma lo gnomo non ebbe nemmeno il tempo di sentire quello che gli veniva gridato che già aveva spiccato un balzo in avanti, come se fosse stato un vero e proprio razzo.
Gaoth, allora, incuriosito da quello strano essere che lo aveva fin lì seguito, decise di incamminarsi nella direzione presa dallo gnomo, che intanto aveva lasciato dietro sè una lunga scia di fumo che indicava la direzione da lui presa. Dopo molto cammino e molte curve, Gaoth si trovò fuori città, al limite del bosco: lo gnomo infatti pareva proprio essersi avviato verso il vicino boschetto di Fahir che costeggiava la zona immediatamente antistante la città.
Addentratosi nel boschetto, Gaoth continuò a seguire lo gnomo, finchè non si trovarono entrambi di fronte a un vero e proprio paesino in miniatura all'interno del bosco: c'erano casette sui piccoli alberi, casette all'interno dei tronchi, personcine indaffarate che correvano di qua e di là sbrigando i loro affari, piccoli cani che abbaiavano ai padroni e rincorrevano i gatti: tutta una piccola vita fremente che si agitava nel boschetto.
Gaoth era stupito e allo stesso tempo affascinato da quel che vedeva, e non riusciva a raccapezzarsi su dove in realtà si trovasse e chi fossero quegli strani piccoli esseri che si trovava di fronte; ancora stupito da tutto ciò, dunque, si accorse all'improvviso che il "suo" gnomo gli stava passando di nuovo davanti, freneticamente sempre. "Eh no", pensò Gaoth, "non me lo farò sfuggire di nuovo!" e si slanciò al suo inseguimento, deciso a non perderlo di vista. Dopo cinque minuti buoni di corsa attraverso il bosco, Gaoth vide lo gnomo entrare all'interno di una cavità nel tronco di una grande e robusta quercia che troneggiava imperiosa: deciso a seguirlo anche in questo nuovo ed inaspettato tragitto, Gaoth si avventurò all'interno del buio tronco, sicuro che prima o poi avrebbe scoperto, grazie allo gnomo, un segreto meraviglioso.
Nel cunicolo all'interno c'era buio pesto e Gaoth doveva andare avanti alla cieca e un po' a tentoni, tastando le pareti di terreno che aveva intorno. Arrivato ad un punto in cui il terreno si faceva più pianeggiante, Gaoth intravide un lumicino davanti a sè, che pareva posto su di un oggetto ellittico, bombato: avvicinandosi di più, Gaoth vide che si trattava di un buffo elfo verde seduto all'indiana sopra una vecchia botte marrone.

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3 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 25/04/2012 11:14
    ... qualche refuso
    che non inficia
    una lettura
    bella e piacevole,
    complimenti.

3 commenti:

  • Anonimo il 14/02/2011 14:01
    bello.

    Suz
  • roberto volpe il 20/04/2010 21:23
    ciao, grazie del commento e dei complimenti... In effetti sapevo di aver lasciato qualche errore perchè ho avuto il pc fuori uso per un periodo e non ho potuto rivedere bene il tutto. Ho visto che anche tu scrivi favole e racconti fantastici, quindi spero ne potremo discutere insieme, a presto!
  • sara zucchetti il 20/04/2010 18:02
    Bravo bel racconto di fantasia mi è piaciuto molto (c'è solo qualche piccolo errore ma non è nulla di particolare se lo rileggi lo trovi)

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