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Solo un bastardo

- tokka a te dare l'akkua e nn t fa sgamà. - L'sms di Cisco arrivò appena finito il cheesburger e all'inizio delle patatine. Non ho mai capito la predilezione di certi individui per la lettera cappa. Posso arrivare ad accettarne l'uso per economizzare una parola qualora possa far risparmiare una o due lettere. Usata così però m'irritava. Cisco d'altronde era un individuo estremamente rozzo, un uomo di 35 anni col cervello di un quindicenne.
- Cheppalleee!! - sbottai. Mi alzai dal tavolo con lo sguardo rassegnato e vagamente schifato di Cristina puntato sulla mia maglietta, proprio dove mi si era stampata una grossa macchia di maionese. - Devo andare a Fogliano un attimo, che fai, vieni con me? - le chiesi mentre strofinavo un tovagliolino su quella chiazza oleosa che per vendicarsi aveva raddoppiato la sua dimensione. - A fare cosa? - domandò lei sempre fissa sulla maionese e con gli angoli delle labbra sempre più piegati verso il basso. - Una cosa!... che fai, vieni o no?- Tagliai corto.

Durante il percorso in motorino dalle autolinee a Via del Mare avrebbe voluto raccontarmi dell'ennesima discussione avuta con la madre la sera prima perché l'avevo riaccompagnata dopo mezzanotte. Ma io in quel momento non avevo alcuna voglia di sentirla. Presi la stradina per il lago e in quel fuoripista scellerato tra rovi e buche, intuii, da come mi stritolava le costole, che stesse protestando animatamente.

Giungemmo alla piccola baracca abbandonata. Era malconcia e maleodorante ma era sempre stata un buon riparo. Cristina stava come al solito masticando una gomma nella sua tipica e generosa ampia gestualità mandibolare e aveva cominciato a sbottonarsi la camicetta con aria inespressiva e ancora con il casco in testa. - Cri guarda che non siamo qui per trombare! - la redarguii. - Ah... e che dobbiamo fare? - domandò.

Cristina non è una ragazza molto sveglia, ma a me piace. A parte alcuni momenti nei quali sembra totalmente assente col cervello, è una persona educata e di buon gusto nel vestire e ha delle tette enormi. - Devo dare l'acqua alla maria!- Le dissi sbrigativo mentre afferravo l'innaffiatoio di plastica rossa da dietro la porta. Lei non fece una piega e continuò nella sua rumorosa masticazione. Ovviamente non aveva capito nulla di quello che stavo facendo.

Dietro quella catapecchia di legno e lamiere, riparati da alti e folti platani, 54 splendidi esemplari femmina di cannabis indica mi aspettavano assetati. Quando arrivai sul posto rimasi di merda. Non c'erano più!
Sparite!
Solo buche nel terreno.
Andate! Tutte quante! Rubate, sicuro!
Erano ormai belle grandicelle e tra un paio di settimane le avremmo messe a essiccare. Qualche figlio di puttana ci aveva fatto le poste. Porca troia che sfiga! La nostra Marijuana! Beh..."nostra", in realtà a me spettavano solo sei piante, tutte le altre erano di Cisco. Avremmo comunque confezionato un bel mucchio di buste da piazzare agli amici. C'era da fare un bel po' di euro. Ma adesso la nostra impresa era miseramente fallita.

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