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La ragazza nel buio

Era oramai notte inoltrata e per essere nel mese di marzo il freddo era ancora pungente. Sara non si sarebbe mai aspettata di vedere la tangenziale così deserta, nemmeno con un tempo del genere. La stava percorrendo da oramai venti minuti abbondanti e se sommava le auto che procedevano nella sua stessa direzione, non sarebbe arrivata a riempire le dita di entrambe le mani.
"Avete notato come non ci sia in giro nessuno?" domandò ai tre compagni di viaggio: Mattia, seduto accanto a lei, Silvia e Christian sui sedili posteriori.
"Per forza," commentò Mattia osservando con scarsa attenzione la strada davanti a sé. "Fa un freddo cane e sono quasi le due."
Sara gettò un'occhiata al piccolo computer di bordo e spalancò gli occhi.
"Ragazzi, ci sono dodici gradi sotto zero. È una temperatura che fa venire freddo solamente a pronunciarla."
"Non puoi alzare un po' il riscaldamento?" le domandò Silvia dal sedile posteriore. Indossava un pesante cappotto di piumino con la cerniera tirata sul fino al mento e nonostante questo, Sara vide era tutta rannicchiata contro il fianco di Christian. Quest'ultimo le cingeva le spalle con un braccio cercando di passarle un po' del suo calore.
"Hai davvero così freddo? Se vuoi lo metto al massimo."
"Mi faresti un piacere."
Fu Mattia ad impostare la temperatura più alta (ventidue gradi), mentre Sara avvistò davanti a lei il cartello che segnalava l'uscita a Burago, cinquecento metri più avanti.
"Ci siamo, ancora una decina di minuti e saremo a casa."
Tutti e quattro dovevano ammettere che la serata era trascorsa in maniera semplicemente magnifica, ma ora la stanchezza si stava facendo sentire e non poco. Sara era abituata a guidare, essendo l'unica della compagnia a non bere alcolici, e non dava segni di cedimento, ma a Mattia e Christian si chiudevano gli occhi.
L'Alfa imboccò la rampa di uscita e dopo una lunga curva e un breve sottopassaggio, si trovarono alla periferia di Burago Molgora, un piccolo centro abitato distante una trentina di chilometri da Milano.
I quattro ragazzi abitavano a Cavenago Brianza, altro paese ancora più piccolo di Burago e quasi confinante con esso. Era da parecchio che non facevano quella strada e Sara sperò di ricordarsela ancora, anche se era difficile sbagliarsi.
Presero per pochi metri il provinciale che proseguiva parallelo alla tangenziale, dopodiché svoltarono a destra, in Via per Ornago. Qui Sara poté finalmente accendere gli abbaglianti non dovendosi preoccupare di eventuali automobilisti proveniente dalla parte opposta. La strada era piuttosto stretta e scarsamente illuminata, e anche se fosse sopraggiunta una macchina l'avrebbe vista in tempo per spegnerli.
Proseguivano ad andatura ridotta e ben presto iniziarono a sentire lo scricchiolio dei pneumatici sull'asfalto. La via era ghiacciata a causa della mancanza di abitazioni che la riparavano dal vento gelido (c'erano solo campi agricoli), e rallentò ancora di più.

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0 recensioni:

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21 commenti:

  • Stefano Galbiati il 11/06/2010 20:11
    grazie a te per il commento!!! Anche a me piacciono molto i racconti di questo genere, infatti sono quelli che spesso mi escono meglio
    Ciao!!!
  • Ettorina Gerbelli il 11/06/2010 18:39
    racconti come questo, mi piacciono sempre tantissimo. Anzi, sono il mio genere preferito!
    Grazie per la piacevole lettura.
  • Stefano Galbiati il 07/06/2010 13:27
    wow, quanti complimenti Antonio!!! Grazie davvero, sono io a non sapere cosa dire
    Un saluto e alla prossima!!
  • Antonio Viciani il 07/06/2010 12:12
    Mi accodo alla lunga fila di entusiasti, prendo il numerino e quando arrivo davanti a te batto forte le mani, sorrido e mi allontano.
    Bello, ben scritto, originale... che dobbiamo dire d'altro? Grazie.
  • Stefano Galbiati il 24/05/2010 13:04
    Ma grazie Vincenzo, sono davvero contento del tuo commento!!! È l'unico racconto che ho ambientato in un paese vicino al mio, diciamo confinante
    Per il resto non preoccuparti, anch'io i tuoi li leggo in ordine sparso
    Ciao e alla prossima!!!
  • Vincenzo Mottola il 24/05/2010 11:20
    Fantastico, Ste, mi è piaciuto moltissimo!! Un teen-horror con una porzione di leggenda metropolitana, con la solita capacità di muovere tanto la scena e certe immagini scelte davvero bene. Magari farei meglio a leggere i tuoi racconti in ordine, se voglio leggerli tutti, ma non posso fare a meno di andare a casaccio, perciò non so quale sarà il prossimo, ma intanto ti faccio i complimenti per questo.
  • Stefano Galbiati il 14/05/2010 20:33
    Pensa che all'inizio avevo pensato ad un finale ancora più tragico, ma poi mi sono detto: no, perchè esagerare!!!
    Magari ci andranno davvero a farle visita, chi può dirlo
    Come sempre grazie di essere passata Robi.
    Un bacio!!
  • Roberta P. il 14/05/2010 18:47
    Nooooo!!! Gli amici dei protagonisti alla fine sono morti!
    Io se fossi in Silvia e Christian andrei a fare una bella visitina alla signorina Samantha: chissà se i morti possono morire due volte...
    Scritto molto bene! Bel racconto, Ste!
  • Stefano Galbiati il 13/05/2010 20:16
    Grazie anche a te Antonino... non appena avrò tempo verrò a leggere qualcosa di tuo!
  • Anonimo il 13/05/2010 20:10
    Sono d'accordo. Coinvolgente fino alla fine...
    Sei davvero Bravo Stefano 5 stelle
  • Stefano Galbiati il 13/05/2010 20:10
    Grazie del commento Paola, sono contento ti sia piaciuto... ho sentito nominare quel film ma non l'ho mai visto.
  • Paola B. R. il 13/05/2010 20:00
    Bravo, proprio col fiato sospeso fino alla fine... io invece pensavo all'inizio di un film di qualche tempo fa "Non aprite quel cancello", ma lei non era sanguinolenta come l'altra... Ciao!
  • Stefano Galbiati il 09/05/2010 20:14
    grazie Erminio, il tuo commento mi fa molto piacere... il mio fine era proprio quello, tenere incollato il lettore sino alla fine!
  • erminio dello iacovo il 09/05/2010 17:55
    mi è piaciuto molto, avevo i brividi mentre lo leggevo! credo che questo racconto abbia tutte le carte in regola per tenere incollato il lettore alla storia fino alla fine. complimenti!
  • Anonimo il 03/05/2010 21:25
    si, il chiarimento è stata quella frase... sei grande!!
  • sara zucchetti il 03/05/2010 21:15
    È vero non l'avevo notato la cosa più saggia grazie per avermela detta
  • Stefano Galbiati il 03/05/2010 20:41
    Esattamente!!!! Una frase che poteva farlo capire era "nessuno fino ad ora mi aveva mai dato un passaggio"... Sara e Mattia, nonostante la stranezza della situazione, l'hanno accolta come fosse una loro amica e lei li ha premiati, se così si può dire
  • Anonimo il 03/05/2010 20:30
    Stefano,è quello che mi è balenato in testa alla fine dl racconto...
    la salvezza nel rispetto...
  • Stefano Galbiati il 03/05/2010 20:16
    Grazie ad entrambe, sono contento vi sia piaciuto!!! Per Sara, hai ragione, si poteva intuire fosse un fantasma... nessuno cammina in mezzo ad una strada simile la notte
    Povera Sara credulona però se guardi bene, i due che sono stati più gentili con la ragazza alla fine si sono salvati.
  • sara zucchetti il 03/05/2010 18:32
    Bravo Ste questa non l'avevo letto ancora nemmeno io, hai descritto bene ogni scena nei particolari, la tensione l'hai fatta sentire anche se devo dirti che con la mia fantasia avevo già immaginato che fosse un fantasma. Non si sono salvati tutti ma complimenti per il finale e la battuta del poliziotto. (Quella Sara credulona ingenua che si fida di tutti!)

  • Anonimo il 03/05/2010 17:57
    L'ho letto varie volte, certo la prima è stata una frustata, molto coinvolgente, si legge d'un fiato, ti fa saltare il cuore in gola...
    molto bello!!!
    continua a scrivere...

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