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So you are going to die 2

I sintomi: un dolore acutissimo, che inizia nella parte inferiore del torace, il dolore si diffonde al collo e alle spalle, poi giù per le braccia, specialmente sul lato sinistro. L'intensità del dolore aumenta, si aggiunge impossibilità di movimento, pallore, diminuzione della pressione arteriosa, polso debole. Poi giunge la morte. Così Fermo, tra forti spasmi e insopportabile dolore si spegne nel silenzio della notte, a circa un chilometro da Sara. Ignara di tutto. Lui, uno dei 300. 000 morti di quel anno. Lui voleva vivere. Sara. Stare con lei. Non farla soffrire. Ma nessuno fugge dalla morte. La morte rappresenta un passaggio naturale tanto quanto la nascita. C'è chi entra e chi lascia questo mondo. Un equilibrio indistruttibile. Imprescindibile. Non so come o perché ma accadde qualcosa. Fermo, aprì gli occhi. Ci mise qualche secondo per mettere a fuoco. Stanza vuota. Era vivo. Chi o cosa era stato? Provò ad alzarsi. Nel farlo si accorse che sulla sua pancia c'era qualcosa. Un opuscolo. Senza leggere il titolo lo poggiò sul comodino accanto. Stava bene, riusciva a muoversi. Che ne era del dolore? Degli spasmi? E la morte? Non sapeva spiegarsi come. Solo vivo, era sopravvissuto. Chiamò l'infermiera e gli disse dell'infarto. Lei rispose che stava sognando, poteva succedere, rivivere in sogno l'accaduto. Ma lui continuava ad insistere. Le macchine, non avevano registrato nulla. L'infarto non c'era stato. Lui non era morto. Allora l'opuscolo? Cos'era, chi l'aveva lasciato? Subito lo prese. " So you are going to die". Il titolo. Al centro della pagina, in neretto, il classico Times New Roman. La pagina bianca, nessun disegno, nessun'autore. Nella seconda, una scritta a piè pagina. "Nella notte i vili prendono e gli ignari pagano"-"Vuoi vivere, puoi vivere". Nella terza, c'è un titolo: "Regole".

1. Anche il più piccolo desiderio di vivere è sufficiente per iniziare a vivere.
Il soggetto coinvolto non rimarrà traumatizzato al momento della dipartita del malcapitato.

2. Il malcapitato può essere chiunque nel raggio di trecento metri da dove si trova il soggetto coinvolto.

3. Dopo che il soggetto ha ripreso a vivere, qualunque tentativo di andare contro le regole è vano.
La morte non è contemplata, poiché essa va contro la prima regola.

In ultima pagina, un'ultima regola.

4. Ripetere la prima regola ogni mattina.

Fermo non aveva ancora capito di cosa si trattasse. Secondo l'opuscolo lui era vivo poiché un altro era morto, uno qualunque. Un malcapitato. Era vero? Come poteva crederci? Poteva essere uno scherzo. Qualcuno lo aveva lasciato lì per errore. O forse no. Fermo sentì una morsa stringergli il cuore. Aveva ucciso veramente una persona, era stato lui? Era giusto vivere e far morire un altro al suo posto? Adesso non gli importava. Chiamò Sara. Gli disse che non si sarebbero potuti incontrare nei giorni successivi, di non preoccuparsi. Verso le due del pomeriggio uscì dall'ospedale, il medico gli consigliò di tornare a casa. Riposarsi. Fermo passò l'intero pomeriggio a ripensare su ciò che era accaduto. Veramente aveva ucciso una persona, un padre di famiglia, una moglie, un docile bambino? Nei dubbi il tempo scorreva. Si era fatto buio. Era calata la notte. Fermo era a letto. Non riusciva a dormire. Se l'opuscolo diceva il vero, anche questa notte qualcuno sarebbe morto. Al suo posto. Come poteva prendere sonno, consapevole di ciò. Ma verso le due di notte crollò. Non era riuscito a rimanere sveglio. Non sognò quella notte, non ci riuscì. La prima alba. Si alzò dal letto. Stava per entrare in bagno. Ad un tratto un dolore acuto lo pervase. Cadde. Non riusciva a muoversi. Un altro attacco? No. Allora cosa? Si contorceva, quando l'occhio cadde sull'opuscolo. Non lo aveva rispettato. Agonizzante riuscì a ripetere la prima regola. In un attimo il dolore svanì. Fermo era a terra, respirava a fatica. Questa doveva essere una prova. Ma non era ancora convinto. Dubbioso passò la mattinata a ricercare in internet storie o prove. Qualche cosa di simile doveva essere già accaduta. Tutto ciò che trovò però furono casi di "quasi" miracoli. Di gente tornata dalla morte, gente che dice solo frottole. Poteva raccontare tutto a qualcuno, magari vedere uno psicologo. Ma chi gli avrebbe creduto. Cercò allora informazioni sulla morte. Trovò numerosi documenti medici. Ricercò anche in campo religioso. Trovò un documento molto interessante. Una frase. "Religioso in senso proprio s'intende chi ha subito la morte e ha avuto il dono della rinascita, chi è risuscitato da visioni e patimenti infernali", di Elémire Zolla, importante filosofo. Quindi Fermo aveva avuto il dono della rinascita.

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2 commenti:

  • Valerio Lambretta il 01/07/2010 15:24
    Grazie mille
    PS: ci sono ancora due parti^^
  • Guido Ingenito il 01/07/2010 15:16
    il racconto è carino ma secondo ma andava maggiormente approfondito (finale un po' frenetico), mi chiedo: ci sarà una terza parte?
    il tuo stile mi piace: però sono dell'idea che in alcune fasi tu tenda troppo a spezzare i periodi, come ad esempio nella parte centrale.
    comunque piaciuto

    Guido

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