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L'0mino di paglia

Di nuovo è giunta l'ora.
Si accende la luce nella tenda fredda e piena di cianfrusaglie di ogni genere. La sedia di legno durissimo privata dell'imbottitura da sempre, come trono delle scomodità della vita. Il tavolo pieno, non c'è più posto, ormai non manca nulla. Il grande specchio è lì sopra, ma serve a non vedersi, contorni opachi, graffi d'avventura, immagine mal delineata, proprio come la realtà.
Gin, due dita per la tristezza e due per il coraggio.
Freddo in mano, piccolo parente opaco dello specchio, freddo sulle labbra e molto spesso. Ora trucco pesante per diventare un altro, ricci in testa e cappellone. Rosso su guance e labbra, a dipingere un sorriso dove non vi è mai stato, ma che durerà e sarà credibile finchè non dipingerà l'acqua facendo sciocca e felice anche lei.
Sigaretta, il fumo nell'aria nulla appanna, poiché qui è ormai lavoro fatto.
Gin, due dita per il coraggio, freddo nella mano e freddo sulle labbra.
Campana, in piedi, di nuovo incapace e pasticcione. Rullo di tamburi, applausi, luci sempre troppo forti, a risposta il tamburo nel petto rulla troppo forte, gli occhi si socchiudono in cerca d'ombrata quiete. Le risate, le risate sono tutte per me. Ridete voi, io non lo farò. Ultimo soffio di dignità nell'orecchio, troppo breve per esser visto.
"Qui si ride", signori miei, qui dentro invece si urla e si bagna.
Ecco il bianco in lontananza, anche questa sera farà la sua figura. Ancora tanta allegria per voi. Ora finisce, i vestiti pesanti, enormi, smisurati. Un passo, un altro passo, ed uno ancora. Tenda scura, fredda, piena di cianfrusaglie. Sedia dura, specchio opaco. Angolo dello specchio, piccola foto smangiata dal tempo. Padre, madre, due facce per una moneta, mai testa, sempre, sempre croce.
Gin due dita per la tristezza, due per il coraggio. Freddo nella mano, ma ora più pesante, freddo sulle labbra,... rullo di tamburi e via.
Il fumo nell'aria nulla appanna, poiché qui è ormai lavoro fatto.
Rosso dappertutto non sciocca neanche l'acqua.
Gin, due dita a raccontar.

 

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3 commenti:

  • glauco collini il 09/07/2010 00:33
    Nunzio, sono stupito. È davvero tutto quello che hai descritto. Non pensavo trasmettesse così tanto di me.
  • Anonimo il 07/07/2010 09:27
    Glauco, questo mi era sfuggito. Sei abbastanza ermetico qui, per non dire totalmente, quasi come se non volessi rivelarti pienamente o se volessi giocare con il lettore, aspettando chi riuscirà a capirti. Belle le immagini di sublime tristezza che evochi, comunque, e sento nell'aria quella musica a me cara.
    Molto ben scritto!
    Ciao.
  • Guido Ingenito il 06/07/2010 14:22
    forse ho capito tutto o forse non ho capito niente. per me questo è bellissimo: hai uno stile davvero intrigante.

    Guido

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