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Il risveglio della tenerezza (quinta parte)

Così aspettarono insieme il movimento della luna, per farla entrare velocemente nella grotta. Ed ecco che all'improvviso, arrivò l'abbaglio di luce che si rifletteva sulla cascata. Si aprirono le acque e Catherine entrò nella buia grotta, un po'impaurita.

La luna faceva entrare un po' di luce, così cominciò a cercare quella piantina, che le avrebbe cambiato la vita, guardando in ogni punto della grotta. Nella grotta c'erano dei piccoli canali d'acqua e delle rocce di diverse dimensioni. Si avviò sempre più all'interno perché lì non vide nulla, osservava in ogni angolo, ma ancora non trovava ciò che cercava. Finché vide una piccola lucina fosforescente attaccata alla parete della grotta. Catherine si avvicinò, ma era un po' in alto e cercò di capire come poter cogliere la piantina.
Vide accanto alla parete una piccola roccia e provò a salirvi, in punta dei piedi, allungò le braccia e arrivava alla piantina, ma quando stava per staccarla, delicatamente, si accorse che le acque della cascata si richiusero. Delusa e disperata, lasciò attaccata la piantina e si sedette sulla roccia, tenendo su il viso con la mano e pensando a cosa avrebbe potuto fare.

- Non ce l'ho fatta e adesso come uscirò da qui, non è giusto perché devo essere così sfortunata!
Parlò ad alta voce e accanto a lei, anche se non c'era nessuno, sentì delle parole.
- Hai trovato la piantina questa è la cosa importante, ora non ti basta che aspettare che la luna illumini ancora la cascata e potrai uscire!
- Tu chi sei? Chiese Catherine mentre vedeva una ragazza trasparente, intoccabile e quasi invisibile che la guardava sorridendo.
- Io sono l'altra parte della tua anima che il tuo inconscio ha creato in questa grotta speciale! Sono la tua parte positiva. Sai nell'anima abbiamo tanti pensieri e tu ora stavi ascoltando quelli negativi, ma il tuo inconscio ti ha diretto ad ascoltare anche quelli positivi.
- Hai ragione non è una tragedia, domani si riapriranno le acque e potrò essere libera, con la piantina che porterò al mio amore. Detto questo, l'anima scomparve, lei sedendosi appoggiò il braccio a una roccia, poi vi appoggiò sopra la testa addormentandosi serenamente.
Intanto fuori Nett e i folletti avevano capito che non ce l'aveva fatta, ma aspettavano anche loro che si riaprissero le acque per vederla.

La notte passò velocemente, dormendo non si accorse che il tempo volava via, come una foglia d'autunno. Si risvegliò all'alba, anche se non c'era tanta luce, qualche spiraglio entrava e lei aprì gli occhi. Non aveva dormito molto comoda, ma per amore questo e altro, la piantina era ancora lì bella e fosforescente, ma decise di staccarla all'ultimo minuto perché così sarebbe rimasta viva.
E ora cosa avrebbe fatto tutto il giorno, pensava alla noia e al tempo che non passava, decise di esplorare un po' più attentamente la grotta, così si sarebbe distratta. Vide altre piantine ma semplici piccoli ruscelli d'acqua e le rocce che aveva già notato, insomma nulla di nuovo. All'improvviso vide muoversi qualcosa vicino a un sasso che non aveva visto perché ferma. Era una piccola tartaruga, si avvicinò e le sorrise per la tenerezza che le faceva.

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4 commenti:

  • Salvatore Cipriano il 22/09/2010 18:52
    Ora cominciamo pure a restringerci
  • sara zucchetti il 25/07/2010 23:25
    grazie caro Denny e anche a te tania sono contenta che vi piace! Ci vuole solo un po' di fantasia e qualche sentimento che dal cuore il racconto nasce pieno d'amore Sono tanto felice grazie amici fra poco ci sarà il finale
  • tania rybak il 25/07/2010 16:00
    incantevole storia, dolce come te, brava
  • denny red. il 25/07/2010 14:44
    bello!! sara, l'evento.. della ragazza altra anima.. e l'incontro con daya, ottimi incontri! ora aspettiamo che svanisca l'effetto del pensiero.. e vediamo di uscire dalla grotta..
    bravissima!! una profonda.. bella fiaba..