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Ci sei

Eccomi.
Seduta ancora una volta davanti al mio computer con il desiderio di tirare le somme della mia vita.
Ogni volta ci provo, scrivo, rileggo e cancello.
Riprova e controlla.
Sono particolarmente irrequieta oggi. Fuori piove nonostante siamo in piena estate. Il profumo dell'erba bagnata
entra dalla finestra spalancata, e il mio cuore mi dice di scrivere. Ne sento il bisogno, è una forma
di liberazione, a volte uno specchio dove non voglio guardare, a volte un lettino del terapista, a volte fa davvero male.
Ripercorri a ritroso il sentiero che ti ha fatto arrivare fin qua, e ti accorgi che alcuni checkpoint li hai saltati,
ti sei persa certi scorci di vita e non puoi più tornare indietro. E allora non ti resta che guardare avanti e decidere.
Mi sento vuota, mi sembra di non vivere una vita tutta mia, ma in condivisione, scelte decise con ponderata
moderatezza, troppa, scelte sbagliate per me ma giuste per gli altri, o per il quieto vivere. Ecco il mio problema,
non riesco a scindere ciò che realmente fa bene a me stessa e non riesco a concepire che può capitare nella vita
di far star male gli altri. Troppo rumore da sopportare dentro di me, shhhh... ora basta.
Sto per esplodere lo sento, non sono io in questi panni, ma prima o poi torna fuori tutto e ti presenta il conto...
con gli interessi.
Insicura, gelosa, possessiva, isterica, rabbiosa e delusa. A giorni alterni.
Non sono mai stata così non so cosa mi prenda negli ultimi mesi, forse è solo colpa mia, mi sento come un paguro dentro un conchiglia troppo stretta, troppo piccola per il mio corpo. La mia mente ha fame, e non c'è niente che la soddisfi pienamente, è solo momentanea la certezza di sazietà, poi ritorna quel senso di vuoto allo stomaco.
Sogni infranti raccolti dentro ad un fazzoletto bianco, ricordi ingialliti dimenticati dentro ad una scatola rosa, profumo di bergamotto e arance ritrovato aprendo un barattolo di confettura.
Il sole che mi acceca, l'aria aperta, camminare tra l'erba alta e tutt'intorno silenzio, un silenzio azzurro.
E tu. Tu che mi accarezzi piano, tu che mi manchi da impazzire, tu che te ne sei andato in un giorno qualunque, lasciandomi qui sola dopo tutto quello che era stato detto incrociandoci le mani... quello che era stato fatto, guardandoci negli occhi, dopo tutti quei baci, quei ti amo sussurrati, i nostri bigliettini... i nostri cuori rossi.
Non riuscirò a farti a tornare indietro, ma in questa casa ci sei... ti sento amore, maledettamente ti sento.
Mi hai segnato l'anima, il cuore non si può ricucire, è uno strappo troppo profondo e fa male, tanto male.
Sono passati cinque mesi, il profumo sul tuo cuscino sta svanendo lentamente, non riesco a staccarmi da te, gli scatoloni per i tuoi vestiti sono ancora vuoti... non ce la faccio dovrei buttare via anche me.
Indosso quel vestitino a piccoli fiori viola e verde che mi hai regalato, ho i capelli raccolti in disordine come piaceva a te e sto piangendo perché so che non ci sarà mai più nessun bacio sul collo che bastava a farmi capire quanto mi amavi.
Avevamo detto per sempre.
Io, da qui, ti amerò per sempre.

 

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0 recensioni:

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11 commenti:

  • Bruna Cremasco il 22/02/2011 09:43
    Grazie! è bello vedere che certe "emozioni" si condividono con la lettura...!!!
  • Anonimo il 20/02/2011 11:46
    Il tuo racconto è una carezza. Brava Bruna.
  • Sara Turco il 05/01/2011 19:23
    Veramente bello complimenti... piaciuto molto
  • I. mpersonale F. ottuta-mente il 28/12/2010 11:43
    Nel complesso il tuo racconto mi è molto piaciuto, soprattutto la prima parte in cui ti confidi con stile (senza fare troppo rumore, ma neanche con vergogna) descrivendoti e conferendo alla scrittura il suo meritato "potere catartico". Traspare tanta "onestà sentimentale" : filtri tutta te stessa, i tuoi sentimenti, le tue incertezze, il tuo dolore senza risparmiarti niente. Per cercare di trovare un senso, un perché , una giustificazione, alla tempesta che ha, con la sua forza, messo in luce, nel tentativo di farti soccombere,"nuove radici di te", nuove ancore di salvezza a cui aggrapparti, un nuovo te che ti fa sentire rabbiosa, delusa, nervosa... Sei cambiata perché stai reagendo a questo "insulto" al quale la vita ti ha destinato... Per mia natura io odio gli addii, il distacco e non ti nascondo che creo pochi legami percHé non tollero che possano finire. Paura dell'abbandono... credo si chiami così. Credo di capire il dolore che provi e che adesso devi vivere, quindi non condanno il tuo momento di "auto-dolore", il tuo crogiolarti perché è necessario per andare avanti ed uscirne più forte di prima. Ma allo stesso tempo mi sento di dirti una cosa: non sprecare energia nel cercare di attirare di nuovo a te (anche mentalmente) il tuo lui che se n'è andato ( per sua volontà o per triste casualità. Ho percepito nel tuo descriverti vestita come piaceva a lui un tentativo forzato di riavvicinarlo (anche se idealmente a lui) e questa è una tortura che non devi infliggerti!! Devi, ed il tempo ti aiuterà, incominciare a prendere le distanze da quello che ti è successo e reagire in modo positivo, definire cosa "piace a te di te stessa"! Scusami se mi sono dilungata o se ho mal interpretato o peggio se ti ho offeso involontariamente! ancora complimenti ciao ciao
  • Andrew Abel il 27/12/2010 21:16
    Si sente tutto quello che provi in questo racconto. Davvero bello.
  • MARCO POLVERELLI il 15/11/2010 10:40
    Il "pathos" poetico anima questo brano
  • coccinella settantotto il 04/11/2010 15:12
    Sogni infranti raccolti dentro ad un fazzoletto bianco, ricordi ingialliti dimenticati dentro ad una scatola rosa... tutto cio' che rimane di un amore finito... complimenti!!!!
  • Bruna Cremasco il 01/08/2010 15:05
    Grazie mille... veramente!
  • Sara Tripodi il 31/07/2010 20:45
    Che triste.
    Ti sei messa a nudo come in pochi riescono a fare e mi ha trasmesso tutte le tue emozioni.
    L'amore per alcuni può essere eterno ma non corrisposto.
    Purtroppo è così.
    Aparte tutto bravissima
  • Michele Rotunno il 31/07/2010 15:37
    Non condivido l'autolesionismo, il masochismo sentimentale, l'autodistruggersi come affronto della vita che invece va vissuta, assaporata, esplorata, conquistata momento per momento.
    Sulla tecnica nulla da dire, ovviamente non ci fosse stata quella non avresti nemmeno scritto.
    Sei perdonata per lo sfogo ma incoraggiata a guardare avanti.
    Ciao
  • Sergio Fravolini il 31/07/2010 14:53
    Eccomi... t'amerò per sempre. Bel racconto.

    Sergio

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