Sentii il fiato mancarmi e il sangue pulsare nelle vene. Non ero mai stata così. La mia mente era pervasa da tutte queste strane sensazioni. Che ci fa una ragazza ancora sveglia alle 5 del mattino, sorseggiando latte caldo? Assaporavo la bevanda goccia dopo goccia, era miele sulle labbra mentre i dubbi pervadevano la mia mente. Ma per un motivo che mi era del tutto estraneo quell'assurda sensazione, provata oggi, aveva risvegliato qualcosa, mi aveva lambiccato il senno come fanno ora le gocce di latte con le mie labbra. "Vieni qua, non andartene!" La sua voce risuonava nelle mie orecchie come un'eco lontano. "Devi abbandonare i miei pensieri" affermavo con urla laceranti ma da un angolo remoto qualcuno rispondeva: "Io sono te, non posso lasciarti! Noi siamo una cosa sola!" ... "Noi non siamo niente!" urlai così forte questa volta che i vetri alle mie spalle caddero in frantumi e una scheggia mi ferì un dito. Quel sangue che prima pulsava nelle mie vene ora si riversava a terra come una cascata... E non aveva più nessuna utilità come il mio cuore spaccato e privato della luce. "Ma io non ti abbandonerò!" riecheggiava quella voce remota, nella sua assidua persecuzione e l'uomo da cui proveniva mi afferrò il braccio con tanta veemenza, intenzionato a non lasciarmi fuggire. A quel punto fu cosi vicino che potei distinguere il suo volto. Era...
"Buongiorno!"- aprii gli occhi quando la luce iniziò a filtrare dalla finestra del mio salotto. La voce che mi aveva svegliato era così calda, amabile aggiungerei. Un lampo animò i miei pensieri, quella voce mi era familiare, era la stessa che stanotte aveva tormentato i miei sogni.