username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Il mondo di Giulietta e Romeo. Parte terza.

Il padre di Giulietta che mal tollerava la lunga assenza della moglie, raggiungeva la famiglia il sabato mattina e ripartiva la domenica sera. Giocava molto con la figlia e il nipote che lo aspettavano con ansia perché finalmente potevano andare in barca. Romeo aveva imparato dallo zio a nuotare mentre Giulietta, che aveva paura dell'acqua, si spingeva fin dove i suoi piedi toccavano il fondo, faceva due o tre immersioni e poi, guardando con invidia Romeo, tornava sulla spiaggia a fare castelli di sabbia...


Il padre di Giulietta amava pescare, aveva una buona attrezzatura e quando lanciava la sua canna da un piccolo molo, a volte riusciva a prendere qualche bavosa che tutti si rifiutavano di mangiare. Più spesso andava a pesca di telline, all'alba. Con pazienza immergeva le mani nella sabbia che regalava sempre qualche tellina. Quando ne aveva fatto un bel mucchio le portava a casa dove la moglie le cucinava in guazzetto o ci faceva il sugo per la pastasciutta. Ma il padre di Giulietta non andava al mare solo per la pesca. Il suo era un incontro con la natura, splendida a quell'ora. La spiaggia era deserta e il silenzio era rotto soltanto dal sommesso rumore di piccole onde che andavano e venivano sulla battigia. Più volte aveva invitato i ragazzi ad andare con lui per vedere l'incanto di un'alba sul mare. La prima volta che li aveva invitati, Romeo aveva chiesto: "Si vede proprio il sole sorgere dall'acqua?" "Bravo asino! - aveva risposto lo zio - Se lo vedi tramontare in questo mare, il Tirreno, che sta nella parte occidentale d'Italia, come fa il sole a sorgere da questa stessa parte? Da quale punto cardinale sorge il sole?" E guardava Giulietta. La bambina non era, nemmeno lei, molto brava in geografia, ma il padre aveva appena detto che il sole tramonta ad occidente. Sicché, esitando un po', aveva risposto: "A oriente". "Eh, già! - aveva detto, sconsolato, il padre - se non è zuppa è pan bagnato. Ma che studiate a scuola?".
Dopo questa lezione i ragazzi avevano deciso che, se non si vedeva sorgere il sole dal mare, l'alba sul Tirreno non valeva niente.
Ormai l'estate stava per finire. Giulietta e Romeo cercavano di consumare totalmente quello scampolo di vacanze; la sera si attardavano a giocare con i loro amici sulla spiaggia fino a che il buio, via via crescente, non li induceva a tornare a casa. Era bello giocare sulla spiaggia quasi deserta che a quell'ora acquistava il sapore di luogo clandestino, ma innocente, mentre sul lungomare si accendevano le luci che, tuttavia, non offendevano la naturalezza di quella spiaggia libera.
Una sera Giulietta, rivestendosi per il ritorno a casa, cercò inutilmente uno dei suoi sandali bianchi. Quando i suoi amici la videro sconvolta, troppo, per un sandalo che non si ritrovava, misero tutto il loro impegno nella ricerca. Niente! Il sandalo sembrava scomparso ed era ormai troppo buio per continuare a cercarlo. Giulietta era combattuta fra l'urgenza di tornare a casa per evitare i rimproveri della madre e della nonna e l'oggettiva necessità di ritrovare il sandalo, compagno inseparabile di quello che era rimasto con il quale formava l'unico paio di calzature che lei possedeva. Romeo la tolse dall'indecisione: sarebbero tornati tutti e due, all'alba a cercare il sandalo con calma. Tornarono a casa e Giulietta si prese una bella dose di rimproveri. "Ma come si fa a perdere un sandalo? - disse sua madre, drammatizzando - Diavoli siete, diavoli scatenati. Dove prendo i soldi per ricomprarteli? Lo sai che fino a sabato tuo padre non torna e oggi siamo solo a mercoledì". "Non ti preoccupare, zia - intervenne Romeo - stanotte nessuno andrà alla spiaggia e domattina saremo i primi ad arrivarci. Tu svegliaci alle cinque. Il sandalo è là, per forza. Non può essere volato!" I ragazzi cenarono in fretta e andarono subito a letto. Alle cinque meno dieci la madre di Giulietta li svegliò. La colazione era pronta sul tavolo della cucina ma Giulietta e Romeo non ne vollero sapere. Infilarono di corsa le scale e furono subito in strada. Quando stavano per arrivare alla spiaggia rallentarono la corsa perché da lontano avevano potuto assicurarsi che non c'era ancora nessuno. Arrivati sul tratto di spiaggia dove supponevano si trovasse il sandalo si fermarono, soggiogati dal fascino di un'ora che non avevano mai vissuto.

12

0
0 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

0 commenti:


Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0