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Il tuo, un dolce ricordo

Caro dolce amore oggi ho voglia di raccontarti come passo le giornate in questo angolo di paradiso che è il tuo paese.
Mi sono svegliata presto e, come tutti i giorni, percorrendo la salita che sale al cimitero, incontro il custode e, visto che siamo diventati amici, mi ha dato un passaggio sulla sua sgangherata motoretta. Mi accorgo subito che il pover'uomo vuole dirmi qualcosa, ma non trova il coraggio, sai mia piccola cucciola io per i tuoi compaesani sono "la signora" così mi chiamano ormai in paese. Finalmente prende coraggio e abbassando lo sguardo mi dice che io sono l'unica persona che viene a trovare la sua "morta" al cimitero; -qui si usa piangere i propri morti a casa-, mi dice, quasi come se venire in questo luogo di silenzio e pace non fosse "bene". Mi chiedo: -cosa è per loro il "bene" e il "male"-. Chissà, l'amore fra due donne è un bene? Forse il prete la domenica li ha avvertiti "state lontani da quella donna". La mia donna, la mia cara compagna, è ormai sotto questa lapide bianca e il mio cuore è con lei, le lacrime scendono silenziose, il cervello mi scoppia e le ginocchia si piegano, a stento riesco a tenermi in piedi, non è certo quello che i paesani pensano di noi, il mio primo pensiero. In lontananza sento il custode che è impegnato a tenere curato il piccolo cimitero, di certo, quel piccolo uomo, mi ha detto una grande verità, io sono l'unica a piangere apertamente una donna che hai loro occhi aveva un solo torto: essere diversa da loro.
Mia cara, ieri sono stata al porticciolo e, finalmente, ho visto il "tuo peschereccio" ti ricordi così lo chiamavi, me lo avevi descritto centinaio di volte, la barca dove assieme a tuo padre e ai tuoi fratelli avevi passato le ore più belle della sua giovinezza, si, mia piccola scavezzacollo, da ragazza eri andata per mare a pescare, un lavoro da "uomini" ma tu eri solo il maschiaccio della famiglia. Voglia di sentire il profumo del mare sul viso, questa era la molla che ti spingeva a fare un lavoro molto duro per una ragazzina di appena 14 anni.
Dal molo vedo la "tua cassetta", chiudendo gli occhi ti vedo seduta su quelle assi di legno con gli occhi chiusi a sentire il profumo del mare.
Salita a bordo, il peschereccio si mosse e in pochi minuti eravamo in mare aperto. Era la prima volta che uscivo in mare con un peschereccio, quel giorno i tuoi fratelli non avrebbero pescato, uscivano in mare per provare i nuovi motori appena riparati. Dopo qualche ora Giuseppe mi raggiunge a prora e, quasi con le lacrime agli occhi, mi dice che mi ero seduta sulla "cassetta" dove solitamente, nei momenti di pausa, si sedeva sua sorella. La "cassetta", il padre l'aveva sistemata a prora legandola alla bitta cosi che la figlia poteva sedersi un po' più comoda che sulle assi della coperta. Da quella volta, anche adesso che ella non è più, quando il mare forte la scaraventa in mare, una nuova cassetta prende il posto di quella perduta, è un modo per far rivivere la loro compagna di lavoro.
Ascoltavo le parole di quell'uomo che aveva perso la sorellina molto tempo prima della sua morte, secondo lui e la sua famiglia ero io la causa del loro dolore, ma adesso mi avevano accettato perché avevano capito che la nostra Cucciola con me aveva trovato se stessa e che gli ultimi sei anni della sua pur breve vita erano stati molto felici e vissuti intensamente.
Il nostro cuore, la nostra anima, il nostro donarsi, il nostro amare, il nostro perdonare, la nostra gratitudine, la nostra comprensione, il nostro altruismo, la nostra vita insieme. Questo è il nostro Senso Della Vita. Siamo Noi!

P. S.
Io amo te ancora, senza paura, questo vorrei potertelo dire anche solo per un'ultima volta, anche solo per piccoli istanti, in piccoli gemiti, in piccoli sorrisi.
Anche se non sei più con me, anche se adesso sei lontana, anche se so che nessuno e niente potranno riportarti in vita, io urlo al vento: -ti ho amato, ti amo e adesso so che non potrò mai smettere di amarti. Mi hai portato via con te, in fondo ero tua-.

 

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4 commenti:

  • bruna lanza il 26/04/2012 12:15
    Perdere un qualcuno è sempre cosa tragica, quando poi... questo qualcuno ci completa è un dolore insopportabile, ti capisco e ti ammiro per l'onestà dei tuoi sentimenti.
  • augusta il 29/03/2012 15:29
    che vuoi che ti dica.. TOCCANTE... bella nella sua semplicità
  • laila il 03/03/2012 21:20
    Una bella pagina. La struggente sintesi di un romanzo, che vale un'intera vita. Realtà e poesia si fondono, regalando immagini di grande intensità.
  • Anonimo il 17/04/2011 16:34
    credo, anzi sono sicura, che è ancora accanto a te... l'amore va oltre...

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