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Isabelle

Isabelle scrutava immobile, ipnotizzata dal suo respiro.
La veduta dal castello era ottima.
La nebbia che poteva vedere in lontananza, creava quel clima surreale cui lei non sapeva dare una spiegazione: grigio, umido, torbido, ma affascinante.
Dalle merlature del castello poteva vedere lontano, ed i suoi occhi potevano vagare verso un orizzonte vasto, che la rassicurava.
Isabelle non sapeva perché le era toccato di subire il destino della sposa in perenne attesa. Odiava l'attesa. Era nobile, ricca, aveva deciso, in giovane età che non avrebbe donato la sua vita a nessuno, se non a se stessa. Alla sua anima profondamente romantica aveva promesso non si sarebbe lasciata divorare da misteriosi sentimenti che l'avrebbero portata a non riconoscersi più. Già giovinetta, era abbastanza orgogliosa da credersi diversa dalle sorelle, e dalle altre femmine.
Si sentiva estranea alle altre, anche per l'arditezza con cui esprimeva le sue opinioni in famiglia. Giovanna, la fedele dama di compagnia, la conosceva bene ed era consapevole di come la "sua piccola" non fosse affatto come le altre. Il carattere ribelle di Isabelle si dimostrava nell'uso di sciogliere i capelli mentre percorreva a cavallo le dolci colline che circondavano il castello, in quella ricerca di solitudine che ogni tanto soddisfava, nello sguardo fermo con cui affrontava le sfide della vita, non ultima, quella che la vedeva impegnata nella sfinente attesa del marito, di ritorno da una battaglia.
In quel momento, sposa solitaria che ripercorreva con la mente gli istanti trascorsi con il suo uomo, Isabelle, si sentiva improvvisamente fragile: che cosa le sarebbe accaduto se lui non fosse tornato?
Lo sposo, prima odiato, poi amato, ed ora quasi ricercato nell'aria che respirava, come se qualcosa, una qualsiasi cosa le potesse inviare un indizio che fosse ancora in vita, l'amato Vincent.
Isabelle non sapeva dare una risposta alla sua domanda, e cercava di seppellire i pensieri cupi, cercando di non ascoltare la malinconia che le risaliva fino alla gola.
Ora udiva la voce di Giovanna che la cercava: doveva nuovamente rivestire le parti della forte consorte del Conte Vincent de Rachmont. Avrebbe nuovamente dovuto cercare di essere forte in quella solitudine, questa volta, non ricercata.

 

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7 commenti:

  • Anonimo il 25/12/2010 11:52
    Brava, leggerò le altre parti.
  • Paolo La Montagna il 20/09/2010 16:07
    molto coinvolgente dall'incipit alla fine, ti prende per mano e ti porta accanto a spiare la solitudine della nobildonna sola nel castello e nel grigio che pervade terra e cielo, forse oscuro presagio di maggiori dolori. aspetto il seguito con curiosità.
  • Paola B. R. il 17/09/2010 16:31
    Un buon inizio accattivante e piacevole!
  • Daniela Di Mattia il 16/09/2010 08:22
    Bella favola! Complimenti
  • Lilibeth Amitiè il 15/09/2010 11:49
    Grazie per i commenti positivi, penso ci sarà un seguito. Ho intenzione di scrivere altro su Isabelle. Adoro il genere storico e ho cercato di portare alla luce un personaggio che avevo in mente da tempo. Grazie ancora per l'incoraggiamento!!
  • Michele Rotunno il 15/09/2010 10:26
    Noi poveri lettori pretendiamo il seguito. Personalmente mi hanno sempre catturato i romanzi ambientati nella Francia del settecento, tipo i moschettieri o Cyrano di Bergerac, perciò mi piacerebbe tanto leggere una continuazione. Per il resto sono daccordo con Roberta.
  • Anonimo il 15/09/2010 09:44
    Atmosfera quasi fiabesca, mi piace! La figura di Isabella mi incuriosisce, ribelle e fragile, un bel mix! Brava! ... ci sarà un seguito??

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