B: Se guardo sulle mensole della mia camera ci trovo di tutto fumetti, action figures, modellini. Eppure c'è una cosa che non potrò mai guardare sulle mensole.
C: Polvere?
B: No, me stesso, il vero me stesso intendo, quello che neanche guardando in uno specchio riesco a vedere.
C: Giusto... la visione di se stessi è solo interiore e puramente astratta, ognuno ha una concezione di se che quasi sempre non rispecchia la realtà.
B: Ma non esistono canoni di concezione cioè anche la concezione è astratta perché ognuno può vedere ciò che i suoi riflessi mentali gli indicano in quel momento. Ciò che rimane non è altro che il frammento del ricordo, come un vetro che si frantuma.
C: Già...
B: Quindi cosa siamo noi, vetro?
C: Siamo solo un ricordo fragile appunto come il vetro.
B: E se ricoprissimo il vero ricordo con falsi ricordi da usare come protezione per il ricordo originale?
C: Sarebbe un'utopia.
B: Già...
C: Alla fine i veri ricordi affiorano sempre anche se ad altre persone possiamo raccontare cose diverse.
B: Forse i ricordi diventano fragili come il vetro quando iniziano a morire e rinascono dall'acciaio come una fiera fenice rinasce dalle proprie ceneri...