Seduto su questa panchina di legno invecchiato osservo incerto lo scorrere del tempo. Il Sole lambisce ciò che rimane di questa splendida giornata, raffigurata dagli alberi di leccio e dalle palme che si levano solitarie verso un celeste ricco di nuvole.
Attendo che arrivi una persona, e nel frattempo, osservo il passare delle persone.
È l'orario in cui i bambini escono da scuola: sereni vengono accompagnati mano per la mano dai loro padri, dalle loro madri e nonne, dalle semplici badanti. È sorprendente, cogliere la loro gioventù in quel semplice sorriso acuto e perspicace che riesce a divertirsi con poco ma soprattutto senza mai esaurire le batterie. Esili gambe avanzano lungo questa piazza, calpestano il pavimento logoro e si dirigono verso le scale, indirizzati ai giardini ove tutti i bambini giocano, e si divertono, fanno amicizia.
Spensierati, liberi di volare, di saltare e sorridere, sono così giovani, come è giusto che sia.
Un padre felice osserva sua figlia, mentre lei si allontana correndo verso le scale, le sale, e lo aspetta in cima tutta allegra. Dopo la fatica scolastica si esce per andare a casa in lacrime, oppure felici a giocare.
La chiesa della Mercede è dietro di me, emana una sensazione pura. Sarà che tutti i bambini, sono puri.
Donne, allegre e sorridenti nonostante problemi vari, incitano la figlia a salire in macchina, diretti per chissà dove.
Un ciuffo biondo è solo, camminando faticoso intravedo già una grande responsabilità, nel suo animo racchiuso in una battaglia per tornare a casa da soli. Lo zaino pesa, ma nonostante tutto avanza fiero e col capo alzato al cielo.
Sulla strada aumenta il traffico, ma non le sento le macchine, mi va di guardare ciò che questi bambini riescono a trasmettere: allegria.
Spensierati come non mai, riescono a trasportarci in un mondo colorato ove al fantasia è regina, ed il pensiero non si sforza.
In molti vorrebbero tornare bambini, ma io dico che c'è tempo per tutto.
Seduto su questa panchina ammiro emozioni giovanili, che io non ricordo ma assaporo dagli altri, per rallegrare il mio futuro.
Un raggio di sole filtra tra le foglie del leccio, colpendo il mio viso. Alzo le mie gambe da questa panchina così vecchia, ricca di ricordi, osservando quella piazza così allegra e distrutta, anche se sembra non invecchiare mai.