Iginia ama molto le minestre di legumi e cereali; detesta, invece, i cavoli che hanno un forte odore. E, poiché, sente il tempo... al sole associa la minestra di pasta con fagioli, con la variante di un buon riso al dente. Ai temporali e alla malinconia, associa i broccoli e tutti i cavolfiori. E la giornata è sempre soleggiata se sul fornello, cuociono i fagioli. La vita appare intensa... piena di prospettive... non statica e incolore, come nei dì festivi, perché non è, con cibi elaborati che si onora una festa religiosa.
Taluni, però chiaman fagiolini anche i bacelli verdi del fagiolo; Iginia, non avendo definito, i propri gusti, non li gradisce. Ricorderà un invito: "Mi ricordo una mensa... per ogni commensale, due piatti: il piano sotto, sopra l'altro: profondo... Donna Ersilia, la mamma di Graziella, poiché il consorte, sarebbe rincasato, solo per cena, mi si rivolse: è quasi mezzogiorno: rimani a pranzo. Io non avrei voluto: mi sentivo a disagio... però per l'insistenza, rimanevo." Poi sul tavolo rotondo, apparecchiato, depose una zuppiera. "Ecco possiamo desinare." Mi aspettavo qualcosa di gustoso o di diverso, ma non singolare... Ma quando vidi, il mestolo approdare, verso di me, con un groviglio d'erba ebbi un sussulto: "Ma questa è erba fresca... Proprio quella che cresce sul laghetto..." Donna Ersilia, insieme con la figlia vide che non mi decidevo a introdurre in quel fondo la forchetta, od il cucchiaio. "Che ti succede? Perché non vuoi mangiare? Ti sono indifferenti i fagiolini?" Non rispondevo... né volli mangiare, nonostante l'invito fosse insistente. "Che usanza strana...! Lo dirò alla mamma, che qui si mangia canne per fagioli..."
Poi, di ritorno a casa digiuna e anche mortificata, rispondevo alla mamma che mi chiedeva: "Allora? Sei stata bene, in compagnia di Graziella e di sua mamma? Hai mangiato qualcosa di diverso?" "Eccome!" Le risposi: "Non ti puoi immaginare: il piatto era profondo e conteneva le canne del laghetto... ma io, non le ho mangiate!..."
Quello fu per Iginia il primo e l'ultimo invito, perché i genitori di Graziella, lavorando con i soci, in mezzadria non potevan permettersi gli inviti e se quel giorno, Ersilia l'ebbe fatto, fu casualmente, e, del tutto in arbitrio.