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Stratificazioni

C'è nebbia, non si vede a pochi metri, e poi c'è anche silenzio, non so perché, nessuno parla, siamo immobili ad osservare le piste dell'aeroporto attraverso la grande vetrata di fianco all'imbarco, sembra che il nostro aereo parta lo stesso.
Io provo a distrarmi, provo a pensare ad altro, ma non è per la paura di un volo nella nebbia, cerco di allontanare il pensiero, ma non posso fare a meno di ripetere senza sosta le tue ultime parole al telefono, spero che il mio cellulare cominci a vibrare per un tuo ripensamento, un messaggio di speranza.
La prima immagine, ancora una volta il gioco della prima immagine, dimmi quale è la prima cosa che ti viene in mente e capirò chi sei, cosa sei per me, cosa sono per te: una tua foto, quella che mi hai fatto vedere a casa tua, seria, un po' di profilo, i capelli lunghi, lisci, scuri, i tuoi occhi, quella sera a casa tua, e poi il tuo seno, a pochi centimetri da me, il tuo volto nascosto dai capelli, i tuoi sospiri, mentre sei su di me e ti muovi, veloce, profonda, lenta, sospiri, sussulti, tremi, mi dici qualcosa, amore mio, chiudi gli occhi, li riapri, mi osservi attraverso i capelli, sono dentro di te, ti sfioro i capezzoli, li stringo fra le dita, sai che mi piace, ci sei, sai che basta solo un piccolo movimento, attendi, inarchi la schiena, lasci la testa cadere dietro, guardi in alto, tremi, ed allo stesso modo il tuo seno che sfioro per l'ultima volta.
Penso in maniera confusa, penso sempre in maniera confusa, sarà anche per questo che non riesco a scrivere in modo chiaro. Sono convinto che tutti in fondo pensino in modo confuso, ma qualcuno mi ha detto che la scrittura serve proprio a questo, a mettere ordine, io ho il sospetto di scrivere per vivere e rivivere.
Una ragazza si aggira nervosa, ripete al suo compagno che preferisce non partire, non gliene frega niente di tornare a casa, preferisce mille volte rimanere lì per un'altra notte piuttosto che rischiare la vita. L'ultimo incidente è solo di pochi giorni fa, e tutti parlano eccitati, provano a vincere il tempo con il chiasso delle parole, provano ad essere divertenti, ridono facendo solo rumore.
È tutta colpa delle stratificazioni, si accumulano, coprono tutti gli spazi, levano l'aria, oscurano la luce, non lasciano vie di scampo. Nei rapporti a due niente va perso, tutto rimane, si stratifica, fino al punto in cui lo spazio manca, ogni nostra espressione, ogni nostra parola.
Vorrei parlarvi della storia del cd nuovo, del fatto che quando si acquista un nuovo cd che ci piace non possiamo fare a meno di ascoltarlo senza sosta, una volta dopo l'altra, con piacere, finché non sentiamo poco a poco che ci emoziona sempre meno. Vorrei parlarvi del fatto che tutto quello che accade nella storia di un uomo ed una donna si stratifica, che esistono stratificazioni positive e stratificazioni negative, e che in ogni caso non bisognerebbe mai ridire le stesse parole, mai ripetere gli stessi gesti.
Detto questo all'improvviso mi perdo, penso di nuovo a te, mi chiedo dove sia l'inganno, dove sia il mio errore, penso alla mia gelosia.
Al gate annunciano il nostro imbarco, faccio in modo da essere l'ultimo, spero ancora che tu mi chiami.
E poi ancora un'immagine, la prima che ti viene in mente, così capirò chi sei, capirò chi sono: ti vedo camminare, dall'alto, sono ad una finestra, tu sei per strada, stai andando via, sei piccola, piena di amore, cammini e fai fatica a mantenere la direzione, oscilli, perché questo è il tuo modo di affrontare la vita; poi siamo fermi in auto, a lato della strada, tu mi osservi e fai fatica a nascondere la prima lacrima, la nostra prima lacrima (come vedi ho conservato anche questo primo istante), mi chiedi perché non sei libera di amarmi, tu stai ancora con tuo marito ed io ti ho appena detto che i miei figli sono la cosa più importante per me. Ricordo il tuo sguardo, il profilo della tua bocca innaturale, disegnato sulle parole che riesci a buttare fuori, di getto, me le urli contro, poi ti stringi a me, mi dici che tra le mie braccia ti senti bene.

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4 commenti:

  • Anonimo il 03/06/2011 10:35
    Lunghetto
  • Aliena il 20/03/2011 15:01
    Ti ho già detto che mi è piaciuto molto il racconto. Bello, proprio bello.
  • dario pasquali il 05/11/2010 09:47
    Beh.. ti ringrazio, dario
  • Giancarlo Stancanelli il 04/11/2010 16:08
    "... scrivo per vivere e per rivivere", vale da sola la lettura, anche se non è un concetto nuovissimo. Ma inserito là, in quel punto preciso, è perfetto.
    Racconto pieno di spunti di riflessione, veramente molto bello e intenso. In particolare mi ha colpito il conceto di "stratificazione", nel rapporto di coppia.
    Molto bello anche il montaggio incrociato atterraggio-sesso, ben fatto.
    Bravo.

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