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La Stanza

La sua stanza è un piccolo mondo: asettica, chiara, logica. Non trapela il rigore dell'ambizione alla perfezione, ma non si avvicina nemmeno a ciò che è caos.
L'impressione più lampante e schiacciante che si prova ad entrarci, è quella di un ossessionato soggettivismo: ossessione che deriva da anni di incomunicabilità e di porte chiuse, di canali non ancora cosi radicati e immediati.
Adesso tutti possono entrare nella sua stanza, è possibile mostrarsi e va fatto tutto e subito; prova angoscia a pensare di passare un attimo in più senza manifestare quello che è al mondo.
La cosa che la fa soffrire di più è che gli altri possano vederla come una persona che non pensa, una persona che non ha interessi, che bada solo all'aspetto esteriore.
Così, per esorcizzare tutto questo, la stanza la espone totalmente: la descrive, svela ogni mistero. Ma essa è molto capiente e la gente non ha pazienza: da' uno sguardo, la curiosità dura un attimo. Così tutte le informazioni essenziali vanno compresse, vanno sintetizzate e rese accattivanti.
Ancora più importanti delle parole sono le immagini. A volte, a vedere fugacemente una persona, non è facile capire subito se è profonda, se è una con qualcosa da dire, se non è superficiale. La stanza ha anche questo compito: mostrare una serie di immagini che possano rendere giustizia ad un'anima così sofisticata. Sarebbe imperdonabile confonderla e catalogarla assieme a tutta la miriade di altre stanze -peraltro molto simili - che vogliono, a loro volta, mostrare agli altri l'intimità del proprio padrone: la sua è unica e irripetibile!
Infine, nell'insieme, è importante che la stanza faccia percepire una sensazione principale: quella che lei non è una persona che si concede facilmente. Non nel senso fisico - riguardo questo essa fornisce già svariate immagini e parole - quel che conta è la sua anima. Non vuole certo sembrare una che ha un concetto frivolo dell'amicizia e dei rapporti umani in genere. La stanza deve dare la parvenza di essere un piccolo mondo, riservato ai pochi intimi, quelli che possono veramente capirla e amarla. Per far intendere questo, occorre avere molti amici che possano entrarvi, molti contatti, grande possibilità di comunicare e far vedere a tutti quello che è...

 

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7 commenti:

  • stefano il 10/02/2014 16:11
    molto bello complimentoni davvero
  • valeria ste il 19/11/2010 18:53
    ... io non l'avrei mai capito! All'inizio ho pensato alla stanza abbandonata da qualcuno per sopraggiunta morte, magari la stanza di un personaggio celebre. Poi però non mi sono più ritrovata. Interessante!
  • Max Cherry il 19/11/2010 16:31
    Si esatto! l'ispirazione è molto meno autorevole di quella che credevi...
    è l'impressione che ho avuto gurdando un amico che sfogliava le pagine dei vari profili sui social network (io non ce l'ho).
    Mi sono venute queste righe... grazie mille dei commenti comunque
  • Anonimo il 19/11/2010 15:47
    Speravo, dopo aver letto il racconto, che la tua fonte di ispirazione fosse "Viaggio intorno alla mia camera" di Xavier De Maistre. Credo però che più facilmente tu faccia riferimento a Facebook o al G. F. Mi sono sbagliato?
    Comunque ottimo!
  • Max Cherry il 19/11/2010 14:10
    eh eh! ma non eistono i messaggi privati in questo sito?
  • Michele Rotunno il 19/11/2010 13:32
    Facilissimo ma non lo dico, nemmeno sotto tortura, per non rovinare il gioco
  • Max Cherry il 19/11/2010 12:07
    Vediamo se si capisce da cosa mi è stato ispirato questo breve testo..

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