C'è chi di lavoro fa il muratore, chi il macellaio.
Lui spiava emozioni.
Si appostava all'angolo delle strade e cercava nei volti dei passanti una testimonianza dell'esistenza.
Come un pirata, si avvicinava con apparente leggerezza e
scrutava nel loro volto il bottino da rubare.
Vecchi oramai soli, innamorati sognanti, mogli deluse o arrabbiate,
gioia di bambini chiassosi.
Il suo vascello era un'espressione indifferente, quasi non appartenesse a quell'umanità.
Era l'unico modo di sentirsi ancora vivo.
Quel giorno, forse per la brezza sottile, o la musica soffusa,
guardò la sua immagine, riflessa dalla pozza d'acqua e
riconobbe l'espressione nota.
Da allora, cambiò lavoro.
Qualcuno sostenne che il precedente gli fosse oramai divenuto insopportabile.
l'autore Dino Borcas ha riportato queste note sull'opera
in: Dino Borcas - Piccoli crimini quotidiani - Ed. Il Ponte Vecchio, Cesena 2008
informazioni sul libro e altri brani in http://dinoborcas. it
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