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Il Falco Pellegrino

Il Falco Pellegrino

Il bastone, il suo fedele amico, lo accompagna tutte le mattine. Adolfo si inerpica per quel viottolo, una stradina di campagna, immersa nel bosco, ne conosce ogni angolo, ogni pietra. Con cammino lento ma sicuro di piedi rodati, man mano che sale, con gesti lenti sembra salutare ogni albero, sembra riconoscere perfino i cespugli, di tanto in tanto si ferma, toglie dalla tasca il fazzoletto e si terge la fronte, sorridendo dentro di se, pensando quando quel viottolo da ragazzo lo faceva correndo, fino in cima. Poi, riprende il cammino col suo fido bastone, un bastone ricavato da un ramo d’olivo, da lui stesso intagliato. Quando la stradina finisce arriva in cima ad un promontorio, Adolfo tira fuori il solito fazzoletto, lo pone con cura sul vecchio masso, poi vi si adagia, ponendo lo sguardo verso la valle, “che panorama!”, sono tanti anni che lo vede ma ogni volta, lo rilassa come le prime volte. A questo punto dalla sua bisaccia, con fare quasi furtivo, tira fuori un mozzicone di sigaro toscano, si guarda intorno, come se qualcuno potesse scoprirlo, e con gli occhi soddisfatti accende il mozzicone, dopo la prima aspirata gli scappa una risata, immagina le tante persone, il Medico, il Prete, il Farmacista che gli ripetono “ Ado il fumo ti porterà alla tomba”, ma lui fiero dei suoi ottantanni, al suo mozzicone non rinuncia. Poi alza lo sguardo e con fare riverente saluta il sole, che già ha superato la montagna, dietro la collina, sono vecchi amici e si rispettano. Anche le nuvole, per Ado, hanno un significato importante, quante fantasie hanno sprigionato nella sua mente, ed ogni tanto qualcuna assume una forma, che lo fa ricordare gli riporta alla mente come una fitta al cuore, i suoi 5 figli, sparsi nel mondo, ognuno con la propria famiglia, li ricorda bene uno ad uno se li figura nel volto e nella voce, come ode, di tanto in tanto la voce canterina di Adalgisa, la sua fedele compagna, che lo aveva lasciato tre anni prima per una banale polmonite, lo aveva privato della sua dolce compagnia, una donna forte e tenera allo stesso momento, quando gli spirò tra le braccia, avrebbe voluto morire con lei e ci stava riuscendo, ma una notte in sogno, proprio lei gli apparve e col suo fare risoluto gli disse, “ Ado non fare il cretino tirati su, non sei ancora iscritto sul grande libro degli Angeli, un motivo ci sarà no?” allora lui, come aveva sempre fatto, eseguì quell’ordine, si riprese in barba a tutti medici ed al Prete, che gia’ gli aveva dato l’estrema unzione.

Un Falco Pellegrino, col suo fischio acuto lo distolse da quei pensieri, gli volteggiò intorno, fece tre giri e poi sparì verso sud, quell’incontro gli accese nuovi ricordi, lo riportò indietro un’altra volta nel tempo ripescando dalla sua vecchia memoria, quella volta che, con Matteo, il suo primogenito raccolsero un piccolo falco pellegrino con una ala spezzata, lo curarono fino a farlo diventare forte e bello, divenne la loro mascotte li seguiva dappertutto come un cagnolino fedele, si alzava in alto per poi riappoggiarsi sulle spalle di Matteo, finché un giorno, uno stupido bracconiere spezzò il suo libero volo per sempre, quanti pianti e quanta rabbia nel volto di Matteo, non si spiegava la cattiveria che certi individui hanno verso gli animali, verso la natura, forse fu proprio questo episodio che lo segnò profondamente, oggi è il presidente di un grande ente di protezione animali ed Ecologia.

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