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Di una storia senza fine. (1)

Sublimazione di un amore.



Non aveva molto a cui pensare in quel periodo. Non di quei pensieri che ti smuovono le viscere. Le giornate di Giulia trascorrevano nella lentezza della noia interiore. Compiuti i soliti e monotoni atti che mettevano a posto il quotidiano, le rimaneva il tempo per qualiasi altra cosa. Ma il qualsiasi per Giulia era ciò che esattamente non voleva. La noia di dentro la sentiva anche tra le dita, che ormai si appigliavano a quel qualsiasi che tanto detestava. A Giulia non era mai piaciuto l'inverno. Non ne sopportava il grigiore e il gelo ininterrotto che in nessun modo riusciva a intiepidire. Eppure non mancava mattina in cui sentiva il forte bisogno di assaporare sulla pelle quel gelo. Soleva incamminarsi a piedi scalzi sul prato rorido. I fili d'erba, che non osavano morire sotto le gocce brinose, sembravano come addormentati: per svegliarsi con lievi aliti al passaggio dei pensieri della donna. Ogni passo per lei era un nuovo respiro, da divorare e conservare, per non soffocare all'arrivo di quei logoranti "qualsiasi" quotidiani.
Amava solo questo dell'inverno. E di ogni inverno contava i giorni che lo separavano dalla compagna di staffetta stagionale: il cambio del testimone sarebbe stato di lì a breve.
Finalmente la primavera iniziò a correre.
E Giulia con lei.
Germogli e boccioli facevano capolino figliati non si sa quando e i rami iniziavano la vestizione, sempre più rigogliosi e orgogliosi di essere fautori di nuova vita. Si, perché era questo che Giulia vedeva in quei giorni di rinnovato tepore. Era la stagione della rinascita, del nuovo vivere.
Sembrava, adesso, che l'erba la salutasse complice dei suoi appena accennati sorrisi. Respirava con lei, ad ogni passo ad ogni calpestio. Giulia iniziava a sentire il suo rinnovamento interiore. Esigente nel non voler più aggrappare le dita al qualsiasi, pretendeva che la noia si diradasse proprio come avevano fatto il grigio e il gelo del passato inverno.
Giulia, però, non riusciva a individuare alcun nuovo orizzonte: la sua primavera tardava ad arrivare.

 

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2 commenti:

  • Amorina Rojo il 26/01/2011 07:29
    Bella questa descrizione di Giulia e della sua ansiosa noia. Molto interessante quel "qualsiasi" del quale lei ha paura. Anch'io sono incuriosita di quella sublimazione di un amore... il fatto poi che tardi ad arrivare tutto, anche la primavera, forse è la chiave di questa storia senza fine. bacino e... bravissima.
  • Anonimo il 26/01/2011 07:19
    Ben descritta questa noia... e poi si comincia a capire questa storia senza fine. Mi incuriosisce il sottotilo Sublimazione di un amore. Vedremo...
    Scritto molto bene, lineare e con una scelta accurata di parole e punteggiature. brava. ciaociao

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