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Farò la maestra

Il paese dove mi fece cadere la cicogna sopra al tetto di una vecchia casa, dentro un nido già stretto, è situato in mezzo alle montagne. È un posto molto bello dove ancor oggi si può respirare un'atmosfera di tranquillità. Al tempo in cui io venni al mondo, nei primi anni 50, esso era abitato solo da gente semplice, contadina e si viveva partecipando ai ritmi delle stagioni, con tempi giornalieri ben scanditi dal suono delle campane: l' Ave Maria all'alba, insieme al canto dei galli, l'Angelus e l'odore della polenta ormai pronta per il desinare che si spargeva nell'aria a mezzo giorno, e il vespro che invitava i contadini a lasciare i campi al tramonto.
Un giorno bussò alla porta di casa Ernesto il postino, aveva un pacco; ricevere posta allora era cosa rara, tutti in paese lo sapevano ed era quasi una festa, se poi si trattavo di un pacco, figuriamoci!
- "C'è un pacco per voi, dall'America "- gridò il postino.
Di tanto in tanto a distanza di mesi, arrivava dall'America un pacco d'indumenti; a inviarlo era una zia, Alice, che io non avevo mai conosciuto e della cui esistenza sapevo attraverso il racconto dei nonni, qualche vecchia fotografia ingiallita e quei pacchi...
La mamma col suo gran pancione, dove teneva l'ennesimo fratellino, le sue caviglie gonfie e uno stuolo di bambini attorno andò alla porta e disse:
- "Avanti entrate pure, appoggiate qui, sul tavolo" - poi aggiunse solennemente - "È la Divina Provvidenza!"
Con il candore dei miei sei anni pensai che la Divina Provvidenza dovesse essere qualche cosa di molto bello, importante e buono poiché quando entrava in azione lei, tutti diventavano più allegri.
Io e i miei fratellini ci avvicinammo al pacco incuriositi e ansiosi di vedere... la Divina Provvidenza...
-"Non toccate" - disse la mamma - "Il pacco lo apro io"
Intanto osservavo la carta marrone, lo spago incrociato che teneva chiuso il pacco, la targhetta di colore blu con scritte parole misteriose che io, bambina di prima elementare a malapena riuscivo a leggere sillabando: PAR AVION... Riconobbi, scritto con una calligrafia tremolante inclinata verso destra, il nome e cognome del mio papà e il nostro indirizzo.
Mi colpì molto la lettera "enne" che stava al posto di numero e rimasi lì incantata a guardarla: com'era bella quella "enne", meravigliosa... Era proprio come la poteva tracciare solo la Divina Provvidenza. Era una "enne" maiuscola alta, snella, con due ricciolini, uno in basso a sinistra e uno in alto a destra; la linea, più spessa nel tratto dove c'erano le incurvature, si andava man mano assottigliando: era un capolavoro! Di certo molto più elegante che quella "enne" maiuscola che avevo imparato a scrivere a scuola di cui avevo riempito ben due pagine del quaderno di bella scrittura! Inoltre e la cosa non guastava per niente, anzi la rendeva più interessante ancora, era inclinata verso destra.
Finalmente giunse il momento dell'apertura del pacco: la mamma tagliò lo spago e piano incominciò a svolgere la carta marrone. Comparve una scatola di cartone scuro e dentro c'era quello che io da subito considerai il tesoro! Fra gli indumenti di vario tipo e misura scorsi un cofanetto di latta smaltato in rosso con coperchio decorazioni floreali dorate. Quando la mamma aprì quel cofanetto e ne vidi il contenuto, provai un senso di gioia particolare... C'erano tanti, tanti bottoni grandi e piccoli, quadrati e rotondi, con due o quattro buchi, di legno, di metallo, di madre perla, dorati e argentati, a pallina, a fiore, di colori diversi... e la mia fantasia incominciò a mettersi in moto.

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8 commenti:

  • lidia filippi il 13/12/2011 10:34
    Mi hai commentato tutti i racconti. Non trovo le parole per ringraziarti! Davvero gentilissimo
  • Fernando Piazza il 11/12/2011 23:05
    Mi è capitato per caso sotto gli occhi questo scritto, così ho cominciato a leggerlo e non sono riuscito più a staccarmene. Davvevo un bel racconto, ben scritto, scorrevole, denso di belle emozioni e di sapienti descrizioni... come la scatola dei bottoni o la enne con i riccioli della zia Alice... Hai tenuto fede ai tuoi propositi di bambina e decisa a realizzare il tuo sogno hai onorato con impegno e serietà le tue "innate" inclinazioni... Non ho dubbi che tu oggi sia un'ottima insegnante... Molto brava.
  • lidia filippi il 14/04/2011 21:54
    Grazie Sara e Elisa, davvero gentili! I vostri commenti sono molto graditi e preziosi, un abbraccio
  • ELISA DURANTE il 02/02/2011 08:27
    Questo racconto si legge tutto d'un fiato: è scritto bene, con una lingua semplice che miscela magistralmente fatti ed emozioni. Ho difficoltà a leggere sullo schermo ma non ho potuto farne a meno: non capita tutti i giorni di leggere la storia di un sogno che si realizza. Sono convinta che i tuoi alunni, con una maestra così motivata, sanno tirare fuori tutto il meglio di sè.
  • sara zucchetti il 01/02/2011 15:59
    Brava bel racconto molto scorrevole e commovente. La bimba fa tanta tenerezza con i suoi giochi, la vita è stata un po' difficile, ma alla fine ha realizzato il suo sogno ed è la cosa più bella. I bambini piacciono anche a me, ma non sarei capace di fare la maestra dipende anche dal carattere. Comunque nel finale mi sono emozionata anche io quando è entrata in classe.
    Come dice Giacomo, se non l'hanno commentato è perché preferiscono le cose brevi tante volte non commentano anche i miei racconti (solo amici)
    Devo dire la verità a me ha colpito il titolo e quando ho cominciato a leggere le prime righe diventava sempre più coinvolgente.
  • Anonimo il 29/01/2011 07:16
    Ho riletto il mio commento... c'è un refuso... intendevo dire che forse non ti hanno ancora commentato perchè non hanno avuto la pazienza di leggere tutto... ma il valore del brano non dipende dai commenti, credimi... ciaociao
  • lidia filippi il 28/01/2011 21:57
    Grazie di cuore! Il tuo commento mi lusinga; ho letto un paio dei tuoi racconti e devo dire che sei molto bravo
  • Anonimo il 28/01/2011 14:01
    Gran bel brano. Lineare, pulito come credo sia tu, come persona, ben scritto. Il tema toccato poi è proprio nelle mie corde e, l'ho capito dalle prime righe, alla fine mi sono commosso. Mi capita spesso... anche con certi film. Mi viene un groppo alla gola ed ho una specie di sussulto. È stata un'emozione bella leggere queste pagine. Brava brava...
    Credo che forse ti hanno ancora commentato semplicemente perchè sul web si cercano tagli brevi... tutto li. ma se qualcuno si sofferma e legge fino alla fine non potrà che farti i complimenti, come te li faccio io.

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