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Prima di dormire

Te ne stavi andando mamma, nelle parole dette sotto voce, nelle lacrime trattenute perchè non ti accorgessi, perchè non ci accorgessimo. Ma forse eri in una dimensione dove riuscivi a distaccarti dal dolore, quando leggero riesci a vedere dall'alto la pesantezza del vivere terreno.
Il pomeriggio più silenzioso che abbia mai vissuto, le parole restavano tutte bloccate nella gola, annodate insieme alle lacrime mentre le sequenze di un film scorrevano nel grigio di un timido febbraio che cercava la porta per uscire da un lungo inverno.
Scene dalla nostra vita, immagini a colori di giorni accesi e in bianco e nero, anni che diventavano momenti, momenti che diventavano anni. E pensavo a come ci si adatta ai cambiamenti, per innato istinto di sopravvivenza e al prezzo che si paga sempre alla felicità che non da niente per scontato.
Rivedevo i momenti insieme come un album di fotografie impresso nella mente.
Mentre mi affannavo a riordinare il disordine di non averti qui, a sistemare le tue cose, come sempre, quando ci si accorge dell'importanza delle cose solo mentre si stanno perdendo.
Prima di dormire, la tua camicia bianca, il latte caldo, quei biscotti che ti piacevano, il gas chiuso, due mandate alla porta e il telefono vicino al comodino, mentre il babbo da quella foto controllava ogni passo. La luce azzurra della televisione che cullava la tua notte di bicchieri d'acqua e risvegli.
Andavo via e mi giravo a guardare la tua finestra con la luce azzurra, simbolo di una presenza, di una certezza.
Mentre la tua rosa sul terrazzo moriva, come avevi previsto, non avrebbe superato quell'inverno.
Te ne andavi nello stupore di un febbraio muto e pallido era il 2009. Quante volte sono passata sotto quella finestra che non ci appartiene più a cercare la luce azzurra della tua presenza e ripenso ancora a quel bacio, prima di dormire.

 

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2 commenti:

  • Dolce Sorriso il 05/02/2011 18:33
    molto sentito questo racconto... brava
  • Anonimo il 04/02/2011 13:21
    Bello... carico di sentimento. Ho scritto anch'io di mia madre e della sua malattia e mentre lo facevo l'emozione mi prendeva come fossero passati pochi giorni. Ed invece erano anni, e molti. Apprezzato questo brano. ciaociao

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