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Io, tu e il vecchio Jorge

Un foglio bianco, la tastiera muta. I pensieri ti conducono dentro emozioni vissute solo qualche ora fa, il ricordo ancora pulsa ma non riesci a scrivere una riga. Ti fermi cerchi di riordinare le idee, torni a scrivere, cancelli, scrivi e... cancelli ancora e poi ancora...
Cancelli le parole non i pensieri.
Come può uno scrittore non trovare le parole, tu poi che riesci a descrivere ogni particolare, che conduci il lettore dove sai che non potrà più tornare indietro.
Tu che ti rileggi e quasi credi alle tue storie...
Riguardi il foglio bianco, lo confronti con i tuoi pensieri che si materializzano sulla pelle ma non sulla carta, risenti il suo sospiro, ma non riesci a... eppure non ti abbandona. Un urlo silenzioso ti trafigge il cervello, lo senti ma non puoi descriverlo.
Una volta ho letto che Borges considera la poesia libera più complessa, i poeti che non usano la metrica non meno poeti e se lo dice il vecchio Jorge Francisco Isidoro... allora scrivi versi, fissa così i tuoi pensieri, regalati una poesia.
Checcazzo c'entra Borges?
Lasci perdere la tastiera, lasci liberi i pensieri, il pensiero... lo sai che il plurale é una finta. Lì c'é lei, é lei il tuo pensiero. I suoi capelli neri, i suoi movimenti eleganti. La sua impalpabilità che non ti impedisce di toccarla, di stringerla, di farla tua. Il cuore accelera i battiti, senti quella sensazione strana che non controlli, che ti prende per mano e ti accompagna in una dimensione che credevi di conoscere. Sai che anche il sentiero più lungo trova la sua fine ma non hai paura di percorrerlo. Hai voglia di sfidarlo ma non vuoi consumare questa emozione troppo in fretta, vuoi scoprirne i profumi, i colori, le insidie.

La serata é quella tipica dell'autunno, caldo e freddo si rincorrono felici senza mai raggiungersi, le ombre si allungano gesticolano senza coordinazione, una danza senza copione. I movimenti della libertà. Acceleri il passo non hai una meta precisa ma camminare ti fa stare meglio. La solitudine non ti pesa, riprendi a far scorrere i pensieri, adesso non sono confusi, sfilano ordinati, conseguenti, logici. Senti una musica lontana che li accompagna, non riconosci quelle note ma lei una volta ti ha parlato di Bregovic e... senti la sua voce, incroci le sue emozioni, allunghi una mano, sai che non puoi toccarla, ma ti basta chiudere gli occhi.
Una foglia ti sfiora mentre libera svolazza incontro al suo destino, magari domani una ramazza ne farà scempio ma nel breve viaggio si sente una regina.
Non conta il quanto, conta il come, la felicità la puoi incontrare anche in un groviglio di pensieri vissuti in due, poche parole, emozioni vere.
Un attimo di vita.
Troppo poco? Forse ma sempre di vita si tratta e una emozione vera vale qualche sofferenza. Stai ancora camminando ormai é notte, cerchi una stella, la trovi, gliela regali. Adesso l'umidità si fa sentire, decidi di rientrare, i tuoi pensieri sono troppo preziosi per rischiare di bagnarli.

 

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4 commenti:

  • nicoletta spina il 17/02/2011 23:13
    Intense e belle parole per descrivere quel momento emozionante, hai preso per mano chi legge e lo hai portato a sentire un attimo di vita che non è poco ma molto, perchè ricco di sensazioni e sentimenti.
    Come sempre, bravissimo!!
  • Ugo Mastrogiovanni il 14/02/2011 18:49
    Le due belle e brave colleghe mi hanno preceduto.
  • Maria Lupo il 11/02/2011 01:04
    Mi è piaciuto moltissimo.. hai dato voce a situazioni e sentimenti che in questo momento non riesco ad esprimere. Completo il messaggio che ti ho mandato con tanti complimenti e un nuovo grazie. È un piacere rileggerti.
  • Anonimo il 07/02/2011 09:58
    un brano particolarissimo e carico di emozione...
    un dialogo intenso col proprio io... il ricordo indelebile di un attimo speciale...
    mi è piaciuto molto

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