Ero a letto che leggevo un libro.
Squilla il telefonino, rispondo... ed una voce che dice:
"È mancato!"
Sapevo a chi si rivolgeva e le lacrime, non mi vergogno a dirlo, scesero copiose bagnando le pagine del romanzo lasciato aperto sulla coperta. Chiusi la telefonata senza articolare una sola parola.
La mia mente è volata a Colui che tutto può:
"Accoglilo con Te..."
Avevamo vissuto giorni felici, seppure in una stanza d'ospedale... io che rincuoravo lui e lui che incitava me...
Avevamo riso, scherzato, giocato come due ragazzini in barba all'età e al luogo, scherzato coi "vicini di letto" che già respiravano a malapena o erano appena tornati frastornati dalla dialisi... ma che partecipavano con noi ognuno come poteva.
Il nostro scopo era unicamente quello di cercare di far dimenticare a tutti, noi compresi, il momento, il posto, la situazione... e poi, quando ci ritiravamo per la "pausa caffé" dopo cena, discutevamo sulle diverse reazioni provocate.
Lo vedo ancora arrancare verso la mia stanza appoggiato al bastone da una parte e, come lo chiamavano noi, al "trespolo" della flebo dall'altra, per venire ad offrirmi un cioccolatino di Torino che - diceva - erano i più buoni del mondo ed io, in tutta risposta, approfittavo di una sua distrazione per nascondergli le sigarette che sapevo essergli nocive.
Avevamo programmato di andare ad Assisi, di stare insieme il più possibile... per quanto possibile.
Uscii per primo dall'ospedale.
Andai a trovarlo tutti i giorni fino a che, poco dopo, mi ammalai nuovamente e quindi, impossibilitato a muovermi, l'unico collegamento tra noi rimaneva quello del telefonino dove una voce continuava a ripetere:
"Il telefono della persona chiamata è spento o
non raggiungibile. Riprovi più tardi".
Maledetta modernità, non riuscivo a parlargli.
"Forse non prende" pensavo.
Poi la telefonata...
Ora lui non c'è più, sicuramente è in un Posto migliore... ma mi manca!
Avevamo stretto amicizia in un batter d'occhio, così come in un batter d'Ali, perchè di un Angelo parlo, se n'è andato lasciandomi orfano del suo affetto e del suo sorriso che porterò sempre con me stampato in quella foto che ci aveva "scattato" suo figlio Luca pochi giorni prima di lasciarci.
Ciao Luciano!